lunedì 29 settembre 2014


Adriatico-Tirreno coast to coast Conero-Argentario

Giorno1 Bologna-Ancona-Loreto
Ritrovo alle 7:15 in stazione puntuali con treno alle 7:35. Raffa arriva per primo alle 7. Il Marchese si presenta a sorpresa alle 7:20 seguito da Giambo. La new entry Michele Grossi, ricercato dalla Polizia su segnalazione dell'Interpol, si presenta quando il macchinista sta per partire. Come al solito scatta la corsa al treno. Riusciamo a salire, leghiamo le bici e arriva la doccia gelida...”Signori scusate per il disagio, ma a Forlì è deragliato un treno merci e questo treno non partirà, la linea è momentaneamente bloccata”. Giambo prospetta un ribaltamento del giro e propone il regionale per Prato per andare a Orbetello. Simo chiama Don Mario per vagliare la possibilità furgone + Tonino autista (inconsapevole di tutto perchè ancora a letto). Il Don dà l'ok e Raffa si fionda in assistenza clienti per prendere il rimborso. Viene rimbalzato in biglietteria. Qui, sentendo che mandano la gente in assistenza clienti, capeggia la rivolta dicendo a tutti di stare lì. Giambo si dirige verso casa per recuperare una cerata e il Marchese al bar per un caffè. Qui sente l'annuncio che il treno delle 8:35 per Ancona passerà da Ravenna. Giambo viene richiamato e torna indietro, Raffa prelevato dalla coda e ci fiondiamo sul treno. Cioè...ci proviamo! La ressa ricorda vagamente i treni della linea Calcutta-Delhi. La carrozza bici è chiusa ma il capotreno, con grande senso civico e fare marchigiano, ce la apre e ci fa sistemare le bici. I nostri corpi vengono sistemati al volo in ultima carrozza, in piedi stile autobus all'ora di punta, zona cessi. Simo, rivendicando la propria anzianità, si impossessa del water passandoci 30 minuti. Ma ben presto la gente comincia ad espletare i propri bisogni nella stesa rendendo invivibile la zona cessi, così il Marchese ripiega stendendosi nello spazio che tiene uniti i vagoni e, tenendo ferma la porta con la mano, si addormenta! Finalmente dopo Cattolica il treno si svuota, ci sediamo e raggiungiamo Ancona con solo 2 ore di ritardo sulla nostra tabella di marcia. Abbiamo fame e andiamo verso il mare. Ci viene indicata la spiaggia del “passetto”. Stranamente la strada per arrivarci sale! Alla fine arriviamo ad un monumento ai caduti fascista da cui parte una scalinata interminabile a picco sul mare. Pizza e bagno. Giambo, vedendo l'acqua più profonda che a Pinnarella, rinuncia e ci dà 20 minuti di tempo, che impiegheremo solo per scendere. Tuffo in acqua con rischio congestione e a malincuore si sale in sella. Attacchiamo subito un drittone con pendenze illegali e si staglia davanti a noi la sagoma verde intenso del Conero. Ci avviciniamo ma decidiamo di non andare in cima ma solo di aggirarlo. Discesa su Sirolo, foto con vista mozzafiato, e si continua a scendere verso Numana, con la bici sulle spalle a causa dei gradini. La bici di Giambo rischia di rimanere lì. Partiamo verso Loreto dicendoci “Ah ma siamo già arrivati, è lì sopra!”. La salita, anche se corta, morde i polpacci e ci distrugge. Senza più liquidi arriviamo davanti alla Basilica...che spettacolo! Doppio contatto per la notte: Suor Eva o Domus Pacis? Ci fidiamo del clero e non veniamo traditi. Giambo va a vedere la Domus Pacis scendendo un drittone pazzesco...verrà rivisto 30 minuti dopo, sudato marcio. Doccia e cena. Consigliati da Suor Eva andiamo da Sonia, al Tacabanda. Cena di pesce! 20€ a testa e veniamo sommersi da vongole, cozze e fritture di pesce. Usciamo barcollando e andiamo a letto. Il Marchese si toglie i pantaloni mentre cammina e crolla in un coma profondo. Gli altri poco dopo...

Loreto-San Lorenzo al Lago (Fiastra)
Sveglia ore 7:10...incubo! Messa in Basilica in stato comatoso. Cominciamo a riprenderci con la colazione. Rimettiamo in ordine bici e bagagli, salutiamo le suore e partiamo alle 9:30. Fa già un caldo porco e passiamo da un colle all'altro, circondati dai girasoli, alla volta di Recanati. Con la scusa di Leopardi ci fermiamo un bel po' alla ricerca del colle dell'Infinito. Dopo averlo ammirato convinti e avendo constatato che effettivamente non si vedeva 'na cippa a causa della siepe, ripartiamo alla volta di Macerata. Il caldo è aumentato, il traffico pure e, prima della città, affrontiamo una salita da clavario su tangenziale a 4 corsie, che termina su uno strappo allucinante. Michi la fa in piedi sui pedali, Raffa si pianta, Giambo spinge e il Marchese viene visto zigzagare come un ubriaco. Sopravvissuti facciamo la spesa e ci aggiriamo per il centro di Macerata. Visita alla Cattedrale e scappiamo verso Abbadia di Fiastra per consumare il pranzo. Il sole è cocente e ci si materializza davanti un piccolo paradiso: prati curati, alberi e acqua fresca. Come i peggiori nomadi ci accampiamo all'ombra e divoriamo il pranzo...mancano solo i violini zigani. Al risveglio il Marchese ha un problema: la bici, appoggiata all'albero, era stata abbandonata con le sacche aperte, e le formiche le hanno invase; durante la pedalata del pomeriggio se le ritroverà anche sugli occhiali! Salutiamo il nostro angolo di paradiso e partiamo...20 kminfiniti di strada in falsopiano sotto il sole cocente e in mezzo a un traffico indiavolato. Ci dopiamo, ma al Marchese non basta...negli ultimi Km di strada entra in fase mistica. Ma per fortuna siamo già ai piedi dei Sibillini. I giovani Raffa, Michi e Giambo arrivano alla diga dopo 400 mt di dislivello e si giocano a dadi le vesti del Marchese, avvistato dall'altra parte della valle 30 minuti prima. Ma ecco la sorpresa! Dopo 5 minuti il Marchese compare fresco come una rosa! Autoscatto sul lago e via verso San Lorenzo. Il Marchese, mai domo, scatta e individua la chiesa Romanica con sospetta macchina del prete parcheggiata. Il buon Don Bruno gli si materializza davanti ed è un gioco da ragazzi convincerlo ad ospitarci...dove? 2 stanzette di catechismo con lavandino minuscolo adatto alle bambole; ma a noi basta e va bene così! Siamo convinti che il nostro arrivo lì sia stato per lui il momento massimo di speranza pastorale...mai aveva visto 4 giovani (2 Scout e 2 A.C.). Ci laviamo come possiamo allagando il bagno. Abbiamo fame! Valutiamo il ristorante “Il Gatto e la Volpe” a mt 5 dal portone. Andiamo a vedere l'Osteria del lago dove i prezzi sono più alti di 1-2€ e Giambo inorridisce. Torniamo indietro...errore gravissimo. Ci sediamo confortati dalle parole “la cucina è aperta”. Dopo 5 minuti la cameriera ci dice che fanno solo la pizza perchè è tardi (22:00). Siamo troppo stanchi per alzarci e ordiniamo le pizze. Si presentano 4 fette biscottate sbruciacchiate...le peggiori pizze mai viste e mangiate. Ma abbiamo troppa fame e divoriamo 1 pizza e mezzo a testa. Ci trasciniamo verso la gelateria e poi al nostro alloggio. Il Marchese saccheggia i sacchetti della Caritas alla ricerca di qualcosa di morbido, ma non basterà. Giambo, come al solito, vede le sedie, sua specialità, e le dispone a brandina. Michi e Raffa sfoderano i moduli (scelta vincente). Michi, con solo il saccolenzuolo, dorme col pile...non ammetterà mai di aver patito freddo. Raffa respira in modo strano...inspira ed espira dal sedere con effetti devastanti...sarà il cibo più doping preso! Michi dichiarerà “Nella mia vita mi sono svegliato per gente che russava, ma mai per la puzza!”.
Buona notte!

San Lorenzo al Lago-Montefalco
Sveglia ore 7:30 e lodi nella bellissima chiesetta Romanica. Partiamo in ritardissimo per Fiastra. Cominciamo l'ascesa verso S.Ilario e fa già caldo. Planiamo su Pievebovigliano. La strada è come piace a noi...deserta! Ci facciamo dare le indicazione per Antico e Pievetorina venendo avvistai “Sale...”. L'avviso si rivela essere più che veritiero...affrontiamo un muro e pedaliamo a fatica col rapportino agile e lo zig zag è d'obbligo. Arrivati in cima planiamo su Pievetorina, ma è un'illusione perchè dobbiamo salire di nuovo. La salita è piacevole, non c'è nessuno, e il caldo è l'unico ostacolo. Simo si ferma a mangiare ciliegie selvatiche e raggiungerà la vetta scortato dal fedele Giambo. Compattato il gruppo si vola su Colfiorito dove facciamo la spesa e sostiamo in un parco giochi talmente assolato che viene frequentato solo dai bambini del Far West. Ci addormentiamo e verso le 4 si materializzano per un match a nascondino. Nascondersi è impossibile perchè non c'è nulla e il poveraccio che conta deve fare dei Km per stanare gli altri. Il bambino più furbo ci sfrutta come nascondiglio e intanto ci dà le indicazioni stradali per il pomeriggio. Ripartiamo, ovviamente in salita, e costeggiamo la futura superstrada. Passiamo da Cesi, Volperino e scendiamo. Discesa tecnica (ripresa dalla telecamera di Giambo) e piena di buche e ci ricongiungiamo alla statale per Foligno. Divoriamo 20 km e in poco tempo siamo in piazza, ma non prima di aver attraversato lo svincolo della superstrada! Simo si accorge di avere un raggio rotto che dovrà riparare a fine giornata. Ci rimettiamo in marcia e, dopo pochi km di pianura, inizia l'ascesa per Montefalco. Ci sentiamo un po' come i pellegrini all'ultimo Km sotto Gerusalemme a parte qualche imprecazione che vola a causa della salita che sembra interminabile, anche a causa della stanchezza. Fortunatamente il sole sta tramontando e la calura è meno soffocante. Dopo 5,5 Km infiniti, arriviamo alle mura del paese. Ci fiondiamo sulle suore di S.Chiara della Croce che ci mettono a disposizione 2 camere extralusso assieme a delle famiglie dell'A.C. di Bologna che conosciaqmo di vista. Baci, abbracci, doccia e via a cenare. Non ripeteremo l'errore del giorno precedente tenendoci in contatto con i cellulari. Scoviamo una tavernaccia dove il tizio fa carne alla brace da 40 anni in un camino a 5 metri dai tavoli. Menù turistico a 18€ con bis di primi e grigliata spettacolare, vino e via andare. Siamo sazi e rantoliamo verso la gelateria e passeggiamo per Montefalco...davvero un posto bellissimo! Mentre torniamo verso casa ci accorgiamo che una vicina festa di matrimonio ha mietuto vittime, in particolare un invitato letteralmente steso per terra, palesemente ubriaco, con tanto di bottiglia mezza vuota a fianco. Simo va a riparare la bici e gli altri vanno verso la branda. Ma la musica per Giambo è insostenibile. Il giustiziere si presenta in pigiama alla festa, facendo capire che la musica è troppo alta per i suoi gusti...e riesce a farla abbassare!

Montefalco-Orvieto
Ore 8 Messa dalle Clarisse e il prete ha meno voglia di noi. Colazione offerta dalle famiglie e verso le 10 siamo in sella verso Bastardo (Si è il nome del paese!). Dopo Bastardo salita sotto al sole e drittone finale perchè così non ci facciamo mancare nulla. Il Marchese inizia ad avere visioni mistiche ma non sa cosa lo aspetta. Infatti, dopo la discesa, siamo sotto a Todi...bisogna fare una scelta: strada lunga che sale dolcemente o strada corta che strappa? Il gruppo, a maggioranza non assoluta, sceglie la seconda opzione. Sono 1,5 Km al 18% e più di salita. Il Marchese si dopa con lo Sport Competition e arriva in cima senza battere ciglio. Giambo e Michi salgono a zig-zag con le macchine che inchiodano, ma non suonano per pietà. Raffa sale dritto ma impenna, curva bruscamente e rischia di tornare indietro. A quel punto scende e spinge. Veniamo derisi per aver scelto la strada più difficile e lontana dalla piazza. Trasciniamo le bici a mano in mezzo al paese per altri 500 mt e giungiamo in piazza. Spesa e svacco. 25 minuti per cuocere gli strangozzi presi nonostante la contrarietà di Giambo...in effetti eccedono in grandezza e fatichiamo a cuocerli. Collassiamo sulle 4 panchine per un'ora prima di ripartire. Fa caldissimo e l'opzione di passare dalla montagna su strada secondaria in saliscendi viene cassata. 30 kmdi lungolango su statale non troppo trafficata, ma lago brutto e puzzolente. Incontriamo un cicloturista Vicentino che a tappe da 120 Km sta raggiungendo Roma in solitaria. Tattoo, Ipod, pizzetto biondo, no casco e guantini (scelta opinable, soprattutto la prima). Parte prima di noi ma lo raggiungiamo senza pedalare dopo un paio di Km. Al bivio per Orvieto ci salutiamo. Dopo Orvieto Scalo comincia l'ultima fatica: arrivo in salita sotto le mura (non visitate per la delusione di Michi). Il Marchese urla per il dolore, ma resiste e porta a casa anche questa ascesa. Entriamo in centro e rimaniamo incantati davanti al Duomo. Qui scatta l'operazione notte e ci vengono indicati 2 posti:
  1. Padri Mercedari, ma il rettore non c'è e ci viene chiesto il Bancomat...scappiamo!
  2. Suore Domenicane: qui Simo viene accolto come un nipote da Suor Maria Stella che ci sistema in camera con vista mozzafiato
Doccia volante perchè il coprifuoco scatta alle 22:40. Cena al Ristorante Pergola, veramente ottima ma un po' cara! Slowfood → il primo non arrivava mai! Gelato e poi branda!

Orvieto-Pitigliano
Il giorno della pioggia!
Sveglia e Messa con le suore. Suor Stella ci invita a salutare il prete che ci stringe la mano...la sua non è una mano ma una pressa idraulica! Ancora sofferenti facciamo due chiacchiere e siamo invitati a colazione. Suor Stella ci coccola come 4 nipotini e passiamo al momento regalino. Giambo pesca a sorpresa la calamita e verrà invidiato da tutti. Rosario per Michi e Raffa. Regalo mirato per il “capogruppo”: cuore diviso a metà da regalare alla moglie Federica. Ma mentre stiamo per ripartire ecco il colpo di scena! Calamite per tutti...il prezzo di quella di Giambo crolla in modo inesorabile! Suor Stella rifiuta l'offerta e si conferma nonna inside dicendo “teneteli che ci comprate un gelatino!” Ci saluta con baci, abbracci e segno di Croce in fronte per ognuno. Visita al Duomo per vedere il corporale macchiato di sangue su consiglio di Suor Stella. Ingresso turistico 3€. Ma noi da veri pellegrini andiamo all'ingresso riservato per il culto (gratis). Ammiriamo la cappella affrescata e finalmente ripartiamo...ma inizia a piovere. Giambo e Raffa (con bronchite al seguito) entrano in configurazione pioggia. Dopo lo scroscio iniziale salutiamo Orvieto e partiamo sul serio. Discesa e salita panoramica verso Porano, da cui possiamo ammirare Orvieto da ogni prospettiva. Puntiamo su Civita di Bagnoregio su consiglio di Paolino, amico di Raffa e Simo. La strada è etrrna e i saliscendi non si contano. Dopo un tempo indefinito arriviamo a Bagnoregio e, visto l'orario (le 13), il Marchese viene colto da un'improvvisa voglia di bombolone e inchioda davanti al forno. Usciamo con aragosta infinita, pulsante di crema chantilly, una delle migliori mai sentite. Ormai lo stomanco è aperto e ci concediamo un bis ma, proprio in quel momento, comincia a diluviare. SCENA EPICA...mentre Giambo sta sistemando la bici, la fornaia esce per tirare giù il tendone davanti al negozio. In quell'istante l'acqua, accumulatasi nelle pieghe, precipita sulla schiena del povero Giambo...lavato dalla testa ai piedi!!! Raffa vede tutto e viene colto da risata isterica. La fornaia è dispiaciuta, ma non riesce a trattenersi e scoppia a ridere. Giambo rimane impietrito e avrà calzini e scarpe bagnate per l'intera giornata. Ci rifugiamo al bar del cinema (chiuso), ma con saletta adiacente aperta e coperta. A questo punto compriamo tutto il pranzo al forno. Viene adottata la linea Raffa: nella giornata di oggi, piovosa, bisogna pedalare a intervalli, quando smette di piovere o diminuisce l'intensità. Ripartiamo ma dopo 200 mt diluvia di nuovo e ci rintaniamo in un sottoscala, dove passeremo più di un'ora. Finita l'acqua ariviamo a Civita e restiamo a bocca aperta (grazie Paolino!). Michi esclama “Bella bagno dei Savoia!”...un po' di confusione per lui! Attraversiamo il ponte pedonale, unica via per raggiungere il borgo, e girando per i vicoli cerchiamo inutilmente la casa di Baglioni. E' un piccolo gioiellino medievale (non la casa di Baglioni...) in cima a un cucuzzolo e circondato solo da burroni, brulicane di turisti Giapponesi; in particolare uno di loro, evidentemente indemoniato, corre sul ponte avanti e indietro in estasi fotografica. Risaliamo a Bagnoregio e via verso Bolsena. Ancora saliscendi molto molesti e poi fantastica discesa sul lago. Qui, nonostante Raffa stia per morire di Tubercolosi, ancora ferito dal mancato bagno di 6 anni prima, si butta in acqua con Simo e Michi. Giambo si mette il costume, ma non si immergerà oltre le ginocchia...bah! E' tardi e per Pitigliano mancano ancora 30 km. Pedaliamo a gruppo compatto sul lungolago, cercando di capire se il cielo plumbeo ha in mente altre sorprese per noi...per fortuna non ne avrà! Saliamo verso Gradoli con pendenze abbastanza dure. Dopo 9 km di salita ci ricompattiamo e planiamo su Pitigliano. Siamo in Toscana e , anche se a pochi Km dal confine col Lazio, il paesaggio è molto più curato. Davanti al Duomo di Pitigliano Michi, ancora in palese confusione geografica, chiede a Raffa se il paese si chiama Piccadilly. Dopo averlo deriso ci facciamo le foto davanti al paese, che sorge su una parete di tufo, veramente spettacolare. Michi contempla le mura che da giorni cercava...Andiamo verso il seminario dopo aver telefonato a Don Luca. Doccia fredda e cena. Il locale consigliato dal Don purtroppo e chiuso e ne scegliamo un altro scavato nel tufo. Primi e contorni per tutti e ci disponiamo per la notte. Giambo (niente sedie per lui avevano tutte i braccioli) e Raffa su cuscinetti, Michi sui cuscini del divano. Il Marchese prende possesso del divano, ma su di lui cade la maledizione di Giambo “Non si dorme bene, il divano è corto e non si riescono a stendere le gambe”. Il Marchese si sveglierà 500 volte e verso l'alba si butterà a terra con i cuscini per mezz'ora di sonno.

Pitigliano-Porto S.Stefano(Argentario)
Sveglia alle 7:20 per evitare l'invasione del Grest e alle 8 stiamo facendo colazione nel bar più scrauso di Pitigliano. Michi scopre di aver rotto un raggio ma a Pitigliano non si può sistemare e terrà la ruota traballante. Seconda colazione mentre esce un po' di sole e Raffa, inguaribile ottimista, monta le lenti scure a discapito di quelle trasparenti usate il giorno prima. Alla prima rampa per Manciano comincia a piovere e ci fermiamo per coprire le sacche. Raffa e Michi ripartono senza motivo sotto al diluvio e il Marchese si rifugia sotto un albero. Dopo 200 mt Raffa e Michi incontrano Giambo, fermo sotto un altro albero. Piove veramente troppo e i 3 aprono il telo cerato di Raffa e riparano bici e corpi in un unico agglomerato blu. Quando lo scroscio si placa vengono raggiunti da Simo, che vede questo strano essere animato e ridacchiante a bordo strada, e si unisce a loro, appena in tempo prima che ricominci a diluviare. Finito il diluvio ripartiamo in salita verso Manciano. Il Marchese sperimenta la telefonata itinerante in salita, accumulando ritardo su ritardo. Dopo Manciano si scende verso Albinia, fermata cagotto al torrente, nel bel mezzo della Maremma, e poi si sfreccia verso il mare. Spesa al fornaio+coop per il pranzo più caro del viaggio. Appena ripartiamo per il mare ricomincia a pioere in modo copioso e siamo costretti a ripararci nel sottopassaggio ciclabile a ridosso del depuratore...qui scatta l'antipasto a base di super-pizze condite in abbondanza. Smette di piovere e possiamo cercare una spiaggia dopo aver trovato una fontana. Acqua, bagno in mare e relax, ma c'è molto vento e andiamo alla ricerca di una pineta su spinta di Michi. Egli infatti, cresciuto per anni a Pinarella, sente il richiamo della foresta “pinetosa”. Ci accontentiamo di un tronco sulla spiaggia e di pranzare alle 6 di sera. A causa della burrasca è stata rimandata la partenza della Costa Concordia. Decidiamo quindi di dirigerci verso Porto S.Stefano per prendere il primo traghetto il giorno successivo, verso l'isola del Giglio. Visti gli orari inseguiamo Don Sandro, impegnato in un consiglio pastorale, ma che appena sente di 4 pellegrini si precipita a darci una mano. “Sono un pellegrino anch'io” ci dice e ci offre la saletta di Pozzarello, a 3 km dal Porto, nei locali attigui alla nuovissima chiesa della SS. Trinità. Giambo rivendica con orgoglio la cena in spending review (6€ in totale), da cui ci alziamo con la fame. Disposizione notte: Giambo (non toccatemi le sedie) si dispone su delle scomodissime sedie di plastica su cui non è concesso muoversi per tutta la notte. Simo trova solo 3 cartoni e piangerà! Raffa e Michi dormono da signori sui loro moduli!

Isola del Giglio
Sveglia ore 6:00 e corsa in biglietteria. C'è fila e percepiamo di stare per immergerci in una giornata speciale. Vigili del fuoco, carabinieri, giornalisti sono in viaggio con noi. Dopo 1 ora entriamo in porto e, mentre stiamo sbranando i cornetti, comincia a muoversi il mostro!Ci appartiamo sugli scogli per una mezz'oretta, giusto il tempo di vedere la Concordia girare su se stessa ed essere salutata dalle sirene del porto e delle altre navi. Ci spostiamo fuori dal clamore, scoprendo un piccolo angolo di paradiso. La Cala Smeralda ci accoglie con le sue acque nitide (sembrava di essere in piscina!). Bagno e sole. La temperatura si fa insostenibile e ci spostiamo alla spiaggia delle cannelle, dove troviamo un po' di ombra. Riposino e ultimo bagno prima di fare ritorno al porto. Giambo emana calore e le spalle di Raffa sfrigolano in attesa delle braciole che non arriveranno). Addentiamo 2 tranci di pizza e ci imbarchiamo sul traghetto delle 16. Tornato alla base Simo telefona ai Padri Passionisti , il cui convento si trova nel mezzo dei boschi dell'Argentario, ultima tappa degna di un signor giro! La telefonata è solo precauzionale, per sapere se il convento è abitato e accessibile, ma si rivela controproducente. Infatti svanisce l'effetto pietà che incutiamo solitamente al nostro arrivo dopo 70 e passa Km. Il vice-abate dice che la foresteria è piena e ci nega l'accoglienza in quello che vediamo essere un mega convento! Chiediamo l'ok a Don Sandro per rimanere un'altra notte a Pozzarello. Simo e Giambo decidono di ascendere comunque, scaricati dal peso delle sacche. Michi e Raffa(ancora mezzo tisico) se la dormono distrutti. Michi dice ai temerari di salutargli i Padri Pellegrini (???), ancora troppa confusione per lui! La salita è impegnativa e Giambo vuole misurare la sua resistenza fisica salendo ai 20 Km/h. Dopo 2 Km è morto, ma mai quanto il Marchese, che arriva al convento con i canonici 20' di ritardo. Qui monta la rabbia alla vista dei 500 locali in cui avremmo potuto stendere 4 sacchi a pelo. Giambo riesce a convincere il Marchese a proseguire fino in cima. Il clima è fresco, la strada è sgombra e il panorama si preannuncia da cartolina. Alla croce il Marchese si ferma e fa da vigile alle coppiette che cercano la croce panoramica. Giambo ascende in solitaria fino alla vetta da cui si scorge il Giglio, l'isola di Montecristo e persino la punta settentrionale della Corsica. Discesa mozzafiato. Cena trionfale a 13€ in tutto. Per rilanciare i consumi Raffa decide di autofesteggiare il compleanno con 4 giorni di ritardo offrendo il dolce a tutti. Cipolle, fagioli e prugne, che persino Giambo mangerà, alimenteranno il concerto notturno in do di culo.

Il rientro


Sveglia e Messa con contemplazione del mosaico di Rupnik. Per Michi il nome è troppo difficile e lo ribattezza mosaico di Kubrick. Chiacchierata con Don Sandro che ci regala il suo magnifico libro “Destinazione Santiago”...che sia una chiamata?? Si riparte verso Orbetello dove veniamo impezzati dal sig.Carlo che propone come soluzione ai problemi dell'Italia che le mamme dei figli morti per droga si imbottiscano di tritolo e si facciano esplodere nelle chiese...Andiamo in stazione e dopo ben 4 cambi di treni sperimentiamo l'ebbrezza di scendere alla nuova fermata di Bologna Mazzini!

venerdì 26 settembre 2014



Giro Suicidio delle 3 vette (Maiella-Gran Sasso- Monti Sibillini)

Partecipanti
Padre Simone Marchesini: Forma peggiore mai avuta e sfoggia 5 kg di pancia in più.
Raffa: l'arbitro neopromosso decisamente più in forma.
Giambino: si presenta con la solita bici più scotch che telaio; sponsorizzato dalle banche.
Tonino: il ritorno dell'Albanese volante.

Bologna-Pescara-Fara S.Martino-Palena

Partenza scaglionata quest'anno. Raffa, Giambo e Tonino reclutano l'eroico Federico Giordani perchè li porti con il furgoncino alla partenza. Simo invece arriva a Pescara con macchina della speranza e moglie e figlio al seguito. Fino a Rimini Raffa ha la faticosa missione di consegnare un pulmino usato dagli scout. 1 ora per arrivare a Rimini + 1 ora per consegnare il furgone. Al ricongiungimento del gruppo Simo scarica moglie e figlio al binario e si rende conto di essere in vacanza. Simo cerca un parcheggio custodito a Pescaraper mezz'ora abbondante...ma niente! Alla fine affida la Punto a un vucumprà del parcheggio comunale, in ottime mani insomma!
E' tardi, partiamo in direzione Guardiagrele, ma uscire da Pescara è un labirinto. Ci inerpichiamo su curve e tornanti al cospetto della sacra montagna: la Maiella. Ci facciamo lasciare a Fara S.Martino anche se eravamo tentati di pedalare di più. Passiamo davanti agli stabilimenti De Cecco e lisciando i vicoli della città vecchia ci fermiamo davanti ad una fontana. Prepoarazione: Nino piscia in mezzo al paese per la gioia delle vecchie. Giordi ci guarda basito e Giambino urla “mi si è storta la ruota!”...falso allarme. Quando sembra tutto pronto Tonino arriva con la confezione delle corna da attaccare al manubrio dicendo “Ragazzi aspettate devo mettere queste!” Viene deriso e si parte. Bellissima strada in costa che in 20 km sale a Palena, montagna a destra e dirupo a sinistra. A Palena troviamo la scritta “Canonica” e suoniamo. Ci apre Don Sante e ci ospita nelle sale della Parrocchia. Scatta la caccia a materasso/cartone/zerbino ma niente...stanotte si dorme sul tavolo. Giambino, emozionato dalla soluzione sedia, le mette in fila, incurante del ferro che inciderà tutte le vertebre della sua spina dorsale. Mangiamo 7 hg di pasta al pomodoro, scroccata in cucina, e facciamo un giro nella pasticceria del paese. Nel centro la musica è a volume insostenibile. Siamo stanchi e andiamo a tavolo!

Palena-Bussi
Sveglia e lodi con Don Sante che, dopo averci regalato dei dolci locali, ci recluta per spostare il busto di San Falco, le cui ossa si conservano da oltre mille anni nella teca a fianco a noi. Vinciamo così una colazione al bar offerta dal parroco. Seconda colazione in pasticceria, saluti a Don Sante e si parte. Si attacca il valico della Forchetta e si sale sulla Maiella. Incontriamo molti ciclisti che ci sorpassano e Giambino riconosce Danilo Di Luca che ci sfreccia di fianco. Foto sul valico, discesa e salita per il secondo valico, Forchetta di Giove. Qui mentre stiamo facendo altre foto, passa di nuovo Danilo Di Luca (che si era fermato al bar). Qui riusciamo a farci una foto con lui! Discesa su Campo di Giove, spesa con fila incredibile al forno (70 numeri davanti) e via verso Passo San Leonardo. Sono le 13 passate, fa caldo, ma a noi pedalare col fresco proprio non piace. Raggiunto il passo mettiamo paura a 2 vecchi che stavano pranzando sul prato, lasciandoci così la posizione migliore. Scatta il taffio selvaggio (buonissimo il pane nero ai 7 cereali). Riposo, Raffa si mette a scrivere il diario, ma ecco che Nino ferma una giovane coppia di cicloturisti che sta girando tutti i parchi degli Appennini della Penisola. Gran pezza di 40 minuti, Raffa guarda solo le tette della tipa e si riparte. Bellissima discesa con tunnel di 1 Km e mezzo sotto Caramanico. Giambino prova a proporre il passaggio dalla vecchia strada ma viene liquidato. Arriviamo salendo a Salle e qui davanti a un fontanone fascista ristrutturato, scatta il momento culturale: visita al Museo appena inaugurato della Corda Armonica. Alla curatrice non pare vero di poter impezzare 2 giovani chitarristi e spiegare la preparazione delle corde fatte con budella di pecora. Dopo 30 minuti, in cui Giambino e Raffa, alla faccia dei D'Addario, stavano giocando ai piccoli balilla davanti alla fontana, Toni e Simo escono stremati.Si riparte in discesa, si saluta la Maiella e risaliamo a Tocco di Casauria. Il Marchese in coda vede Tonino fermo che chiede “Ma bisogna proprio salire di qua?”
Ultima discesa fino alla statale e puntiamo su Bussi. Deviazione su Bussi officine...lo scenario che abbiamo davanti è post-atomico: industrie abbandonate, cani randagi e case serrate, ci spingono a proseguire con le unghie e con i denti fino a Bussi (340 mt.) dove a dispetto del nome bussiamo a tutte le porte ma nessuno ci apre. Il parroco non c'è e noi cerchiamo la sagrestana, Signora Concetta, la cui abitazione è sul cucuzzolo del paese. Scopriamo che non fa mai ritorno a casa dopo la Messa pomeridiana e per questo disprezzata e additata dalle vecchie “quella che è sempre fuori”. Stiamo quasi per cedere all'ostello quando il cartello della sezione degli alpini stimola il Marchese. Il capo alpino Germinio Mosconi, mosso a compassione, decide di aprirci le porte della sezione locale e ci premura di non fare danni. Quando riemergiamo dalla doccia calda e ristoratrice deve aver letto la lettera di Don Mario, perchè si prodiga a portarci al Ristorante del suo amico, dove attendiamo 1 ora per fare l'ordinazione. Il Marchese sostiene che questi sono i tempi del sud ma i nostri stanno quasi per addentarsi tra di loro! Arrivano finalmente le 3 linguine al gambero di fiume e gli gnocchetti ai frutti di mare per Raffa. Linguine insipide, gnocco di livello e Raffa vince la sfida. Scelta del secondo: 2 pizze per Simo e Giambino, 2 trote per Tonino e Raffa e quest'ultima scelta si rivela vincente. Chiacchierata con 2 signori del tavolo di fianco sulla tappa del giorno successivo, paghiamo e andiamo a dormire. Sedie per Giambino, duro pavimento per tutti gli altri. Durante la notte Raffa, stremato dal russare molesto di Tonino, è costretto a migrare a 2 stanze di distanza.

Bussi-Castel del Monte
Sveglia ore 7:30. In previsione tappa epica con 1660 mt di dislivello da affrontare presto. Ma Nino semina i guantini per tutto il paese e così il Marchese parte in solitaria, indossando gli occhiali rosso martirio dicendo “tanto mi raggiungete subito”. Con grande sorpresa Simo, dopo 15 km, è ancora in solitudine e si ferma a una fontana. Nino sviene quando Raffa gli indica la strada da percorrere...salita, salita e ancora salita, tutta sotto al sole. Alla fontana Raffa svuota la borraccia sicuro di trovare acqua fresca e abbondante: apre il rubinetto ma niente, neanche una goccia con Simo che urla “Ma prima andava!!”. Riparte a secco convinto che Calascia sia dietro l'angolo. Ma mancano ancora 600 mt di dislivello tutti sotto al sole. Giambino scatta sul finale per fare suo il monte, il Marchese a sorpresa, nutrito e dopato, conquista la seconda piazza. Raffa, completamente disidratato, si arena sul drittone finale e viene visto strizzare la maglietta alla vana ricerca di liquidi. Tonino, disperso, arriva dopo mezz'ora, zigzagando pericolosamente. Ci riprendiamo e andiamo verso Castel del Monte...nomen omen! Simo dichiara “questo paese è inculatissimo!” L'alimentari Marinetti spilla 40 € per salsicciotti, salume, pane, mozzarella e anguria. Mangiamo e ci rendiamo conto che il tempo sta cambiando e il diluvio incombe. Ai primi goccioloni troviamo una nicchia di 1 mq. Raffa completamente zuppo dichiara “Ma quanto è fredda l'acqua di Castel del Monte???”. Nino ha la pazza idea di telefonare al prete per scroccare 30 minuti sul divano in vista della salita a Campo Imperatore. Nel giro di 10 minuti siamo svaccati sul divano di Don Joseph, ribattezzato da Simo Hassef...non si sa perchè! Il tempo peggiora in modo inesorabile e al 4° scroscio di grandine e fulmini, Don Joseph chiama il sindaco per cercarci una sistemazione per la notte. Salutiamo il parroco e ci avviamo verso il Comune sotto al diluvio. Parte la caccia al sindaco...dove sarà? Chi sarà? Quando arriva? Tonino, ormai addetto alle pubbliche relazioni, lo cerca al cellulare. Alla fine un suo amico ci accompagna in un posto bellissimo, una casa per gruppi appena ristrutturata, dentro un torrione con materassi, acqua calda e cucina!! Giambino dichiara “stasera ci siamo giocai il Jolly!” Doccia e spesa. Divoriamo tutto quanto e andiamo alla Messa postprocessione dell'Assunta. Fa freddo, molto freddo (del resto siamo sotto Campo Imperatore...uno dei posti più freddi d'Italia) ma resistiamo fino alla fine. Salutiamo e ringraziamo il Don e andiamo finalmente a letto!

Castel del Monte – Campotosto
Sveglia ore 6:30: la tappa è lunga e impegnativa. Dopo un'abbondante colazione iniziamo a salire in mezzo alle nuvole. E' Ferragosto e noi ascendiamo verso uno dei posti più belli d'Italia, Campo Imperatore, il piccolo Tibet. In meno di 40 minuti si apre alla nostra vista un panorama mozzafiato...è il giorno della gloria! Iniziamo la lunga traversata di Campo Imperatore, costellata da camper e vacanzieri. Arranchiamo verso la cima Coppi del giro a 1761 mt, ma ecco che Simo fora. Cambio di camera d'aria e si plana fino all'attacco della funivia. Spesa alle bancarelle, cagata di Simo nelle vicinanze e si riparte. Ultimi 3 km di discesa mozzafiato e poi si ricomincia a salire verso San Pietro della Ienca, sotto al sole cocente, per 5 km. Siamo stremati e ci fermiamo al cospetto del primo Santuario europeo dedicato a Giovanni Paolo II che qui veniva a pregare dopo aver sciato. Troviamo un angolo d'ombra tra i villeggianti che grigliano a gogò e la nostra faccia devastata impietosisce una ragazza che nel giro di 10 minuti ci offre 22 arrosticini appena grigliati...un trionfo! 7 hg di porchetta sigillano il nostro ferragosto. Proviamo a dormire ma veniamo svegliati dal temporale pomeridiano. Ripariamo in chiesa dove sembriamo in preghiera intensa (dormivamo...). Dopo 40 minuti la pioggia cessa e decidiamo di ripartire. Raffa, Giambo e Simo hanno già scalato il drittone che riporta alla statale quando giunge la chiamata di Nino...”ragazzi ho forato!”. Lì scopriamo che Giambino, che in precedenza aveva detto a Nino “non prendere niente, ho 2 camere d'aria” si è portato dietro una camera d'aria per la Graziella e una della misura giusta ma che non va! Dopo vari e vani tentativi si decide di riparare la camera d'aria bucata e si riparte. 6 km di salita e raggiungiamo il valico. Tonino, con i polpacci ustionati e in fiamme, ringrazia le nuvole per il sollievo che portano. Discesa come sempre entusiasmante e risalita verso il lago di Campotosto...ultimi 6 km di calvario. Giambino e Raffa scattano e scommettono sull'orario di arrivo degli altri 2; 18:27 dice Giambino, Raffa replica “Arrivano tutti e due alle 18:35”. Simo fa la sua comparsa alle 18:27 in punto ma non ci sono tracce di Tonino. Intanto Giambo propone una foto di gruppo sotto al muro di cemento della diga, in mezzo ai rifiuti, dicendo “secondo me è bella!”. Viene ridicolizzato dagli altri due. Tonino compare, come profetizzato da Raffa, ai 35 spaccati. Si riparte. Costeggiamo il lago in mezzo a milioni di tende e camper abusivi, con fuochi a pochissima distanza dal nylon...Non ce la facciamo più, fa freddo e mancano 13 km al paese. Arrancando e con la sola forza di volontà, raggiungiamo Campotosto paese. Qui ci ospita Don Giacinto, prette polacco, cugino di qualche attore di Zelig e con una forte attitudine a parlare a voce altissima. In 2 secondi ci apre i locali, ci fa parcheggiare le bici nella chiesa terremotata, ci offre la cena sfrattando i suoi familiari polacchi e ci fa sedere dicendo continuamente “mangi mangi! 1 kg di pasta e la carne vengono spazzati via! Non parla molto l'Italiano ma capiamo che alle 21 ha una processione. Inizia a scampanare per mezz'ora e quando ci apprestiamo ad andare alla processione scopriamo che è già finita! Fa un freddo boia ed entriamo in un bar. Simo chiede la cioccolata calda ma viene sbeffeggiato dalla barista “E' Ferragosto!”. Allora comincia a guardare i gelati e la barista gli dice “Nun me dì che ora vuoi quella fredda!”. Simo (pensando ma i cazzi tuoi?) ordina così un gelato cioccolata e stracciatella. Andiamo a dormire con questo assetto: Giambino su fila di sedie foderata, Tonino su fila di sedie in plastica, Simo su tavolaccio in legno massiccio (“duro ma non avevo freddo!”), Raffa su mattonella gelata dello scantinato. Ben conscio della nottataccia che ha davanti prova a indossare tutto. Niente da fare, la mattina si sveglia con la schiena completamente gelata (riprenderà sensibilità nel pomeriggio) e pur di non rimanere steso, si va a sedere su una sedia libera. Giambino nel frattempo si è autoproclamato “Re delle Sedie” ponendo il veto su tutti i viaggi futuri!

Campotosto – Castelluccio di Norcia
Miracolosamente vivi facciamo colazione, ma c'è un problema: le bici sono in chiesa e nessuno risponde al campanello. Dopo 15 minuti in cui Simo suona ininterrottamente ci aprono. In pochi minuti siamo in sella. Si continua a costeggiare il lago e poi giù verso Amatrice. Spesa...tutto il paese si trova al Market! Dopo 1 ora Nino, Giambo e Raffa riemergono stremati ma con tante mozzarelle di bufala di Leonessa. Si scende ancora e si comincia la salita verso Forca Canapine. A Capodacqua ci fermiamo sul ciglio della strada...che fare? Andare giù in paese scendendo e dovendo risalire? Dormire nella chiesa lasciata incautamente aperta? Alla fine ci accontentiamo di uno spiazzo a bordo strada ombreggiato. Nino è però preoccupato dal traffico (“qui le macchine passano veloci”)...in 3 ore passeranno 3 pullman, 2 macchine e 2 moto perchè tutti prendono la statale che passa sopra al paese. Finalmente possiamo riposarci decentemente senza dover lottare contro i fenomeni della natura. Dopo il meritato riposo ci carichiamo di acqua e di doping e si sale. 15 km allucinanti, da 817 mt a 1570mt...una mattanza. Giambino evita il dramma orphanage scortando Simo metro per metro e allontanando a calci eventuali animali predatori di carcasse. Raffa attacca e arriva per primo in cima: 1h e 40 min per lui. Tonino arriva dopo 15 minuti e a seguire chiudono in 2 ore Simo e Giambo. Siamo distrutti ma non è finita...Scendiamo per 3 km a velocità pazzesche per poi immetterci sullo strappo finale che ci porterà al Pian Grande dei Sibillini. Cominciamo ad avere visioni mistiche e quando si apre il panorama spettacolare della Piana, siamo incerti se chiedere o meno di San Pietro. Foto di gruppo e via verso il pianone. Ma Castelluccio ci guarda dall'alto...Ci avviciniamo un po' con timore, godendoci le meraviglia che abbiamo attorno e capendo che ci aspetta l'ultima grande fatica: 100 mt. Di dislivello a pendenze allucinanti, la bici non andava su! Ormai senza più energie arriviamo in paese, breve giro turistico e poi consueto scatto alla ricerca di un riparo per la notte. Veniamo mandati da un tipo detto “l'Americano”, sessantenne gioviale, re di Castelluccio, conosciuto da tutti. Non è facile parlare con lui ma quando è chiaro che ci si profila la possibilità di dormire nella ex scuola di volo senza brandine, materassi, acqua calda e alla chiusura della festa paesana all'1:30, Raffa e Nino partono in missione alla ricerca del piano B. Nino su indicazione della cameriera bona, fa 3 chiamate, ma niente. Ci indicano l'Albergo Sibilla dove ci offrono una quadrupla a 90€ con bagno e colazione. Ci fiondiamo subito in Hotel...stanotte materasso!!! Doccia calda allagante e si torna alla festa. L'Americano ci riempie di pasta fredda e piccante dimostrandosi uomo generoso e di compagnia. Karaoke: Nino e Simo, in evidente stato confusionale dovuto all'acido lattico, cantano “L'anno che verrà”. Prime strofe di livello, ma quando la musica si alza sul “vedi caro amico...” è la morte. Giambino è tentato dai balli di gruppo con 2 o 3 tipe. Raffa fa foto compromettenti, in futuro potranno essere utili. Andiamo a letto. Il giorno dopo Giambo dovrà compiere in solitaria 85 km per prendere il treno alle 13:30. Simo e Raffa già ridono pensando al povero Giambo inghiottito dalla nebbia che quasi tutte le mattine dell'anno invade il Pian Grande.

Castelluccio di Norcia – San Benedetto del Tronto
Notte agitata per Simo, in preda a crampi e visioni varie, e di conseguenza per il povero Tonino che occupa il letto sottostante. Raffa dorme di brutto e Giambo si sveglia alle 6:30. Per lui colazione e partenza immediata. Viene inghiottito, come profetizzato da Simo, dalla nebbia. Dichiarerà in seguito “non si vedeva nulla oltre i 10 metri ed era fredda e umida”. Riemergerà dopo 2 km di salita per Forca Presta. Gli altri se la prendono con calma. Colazione, preparativi in polleggio e si vanno a prendere le bici. Alle 10:10, mentre stiamo per partire, giunge la telefonata di Giambo, che in una brevissima sosta ci dice di essere già ad Ascoli. Arriverà a San Benedetto alle 12:20, ben 1 ora e 10 minuti prima del treno, a medie allucinanti: 90 km in 3 ore e mezza. Nel frattempo gli altri sfaticati girano negozi di souvenir, comprando cartoline e calamite orrende, cercando di ritardare il più possibile la partenza. Alle 11 si parte, discesa verso Pian Grande (ma quanto cazzo è alto Castelluccio???), un paio di km tranquilli e si inizia a salire per Forca Presta. Il Marchese a sorpresa rinuncia al doping e si avvia con velocità da nonno in pensione sulle pendici del Vettore. Raffa arriva per primo alla Forca, raggiunto da Tonino dopo pochi minuti e da uno sconvolto Simo. Discesona dove tocchiamo i 70 Km/h. Risalita verso Montegallo, pausa acqua e via verso Ascoli, sotto al sole ma almeno in discesa. Alle 13:40 conquistimo la città. Non c'è nessuno, deserto totale; se le case potessero se ne andrebbero pure loro al mare! Troviamo un Eurospin incredibilmente aperto e ci avviamo verso un parco pubblico. Tonino pesta subito una merda e non contento ci si siede accanto. Traslochiamo di qualche metro e ci abbuffiamo di bufala. I piccioni ci scrutano avvicinandosi sempre di più. Simo ha un'idea...i dolci di Don Sante, ben fermentati nella plastica sotto al sole per 1 settimana li terranno lontani. Lancia a piene mani tutto quanto. I piccioni si avventano sul cibo e spazzano via tutto quanto in pochi minuti...non li rivedremo più (davvero!), schienati dal cibo. Riposiamo all'omra e alle 17:30 ci rimettiamo in sella. Un cocainomane per la strada della bonifica. Sbagliamo 2 o 3 volte rischiando di andare a Teramo, ma alla fine riusciamo a imboccare la strada giusta. Trenino in pianura e in 1 ora siamo a Porto d'Ascoli. Qui imbocchiamo l'Adriatica. Dopo che una moto ci dice di non proseguire, prendiamo lo svincolo per il mare e in men che non si dica siamo su una ciclabile, sotto alle palme del lungomare. Parte la ricerca dell'alloggio...Dopo un paio di tentativi, convergiamo sui frati conventuali. Qui Padre Gabriele ci invita all'ultima fatica: veniamo caricati di materassi e ascendiamo stile via crucis verso l'alloggio...dopo 90 km di bici era quello che ci voleva. Doccia e via, si brancola nel buio per San Benedetto. Raggiungiamo il corso principale, molto bello. Simo, a sorpresa, ordina un frappè. Nino e Raffa attaccano la friggitoria mangiando olio con pizza. Finalmente sazi scatta il momento culturale. Prima Tonino vuole sapere l'esatta distanza tra Bologna e Mosca (???), 2700 km per la cronaca, poi entriamo in libreria, attirati dagli sconti. Acquisti compulsivi e si va a letto. Caldo o rumore? Bisogna fare una scelta...finestra aperta=traffico dell'Adriatica; finestra chiusa=caldo soffocante. Simo decide di soffocare, Nino alle 5 del mattino si alza per chiudere la finestra.

Rientro a casa


Sveglia barcollanti, ancora con dolori allucinanti. Messa e colazione. Salutiamo Padre Gabriele che non vuole neanche l'offerta e si va in stazione a fare i biglietti. Prima della partenza ci godiamo un po' di spiaggia, sistemandoci di fianco allo scarico fognario sulla cerata di Raffa e con Simo in mutande...praticamente degli zingari. Bagno, taffio e treno. Simo prende il treno per Pescara dove miracolosamente ritrova la macchina sulle ruote e non sui mattoni...il ricongiungimento familiare andrà a buon fine. Tonino e Raffa si godono un viaggio tranquillo verso Bologna. Missione compiuta!