venerdì 26 settembre 2014



Giro Suicidio delle 3 vette (Maiella-Gran Sasso- Monti Sibillini)

Partecipanti
Padre Simone Marchesini: Forma peggiore mai avuta e sfoggia 5 kg di pancia in più.
Raffa: l'arbitro neopromosso decisamente più in forma.
Giambino: si presenta con la solita bici più scotch che telaio; sponsorizzato dalle banche.
Tonino: il ritorno dell'Albanese volante.

Bologna-Pescara-Fara S.Martino-Palena

Partenza scaglionata quest'anno. Raffa, Giambo e Tonino reclutano l'eroico Federico Giordani perchè li porti con il furgoncino alla partenza. Simo invece arriva a Pescara con macchina della speranza e moglie e figlio al seguito. Fino a Rimini Raffa ha la faticosa missione di consegnare un pulmino usato dagli scout. 1 ora per arrivare a Rimini + 1 ora per consegnare il furgone. Al ricongiungimento del gruppo Simo scarica moglie e figlio al binario e si rende conto di essere in vacanza. Simo cerca un parcheggio custodito a Pescaraper mezz'ora abbondante...ma niente! Alla fine affida la Punto a un vucumprà del parcheggio comunale, in ottime mani insomma!
E' tardi, partiamo in direzione Guardiagrele, ma uscire da Pescara è un labirinto. Ci inerpichiamo su curve e tornanti al cospetto della sacra montagna: la Maiella. Ci facciamo lasciare a Fara S.Martino anche se eravamo tentati di pedalare di più. Passiamo davanti agli stabilimenti De Cecco e lisciando i vicoli della città vecchia ci fermiamo davanti ad una fontana. Prepoarazione: Nino piscia in mezzo al paese per la gioia delle vecchie. Giordi ci guarda basito e Giambino urla “mi si è storta la ruota!”...falso allarme. Quando sembra tutto pronto Tonino arriva con la confezione delle corna da attaccare al manubrio dicendo “Ragazzi aspettate devo mettere queste!” Viene deriso e si parte. Bellissima strada in costa che in 20 km sale a Palena, montagna a destra e dirupo a sinistra. A Palena troviamo la scritta “Canonica” e suoniamo. Ci apre Don Sante e ci ospita nelle sale della Parrocchia. Scatta la caccia a materasso/cartone/zerbino ma niente...stanotte si dorme sul tavolo. Giambino, emozionato dalla soluzione sedia, le mette in fila, incurante del ferro che inciderà tutte le vertebre della sua spina dorsale. Mangiamo 7 hg di pasta al pomodoro, scroccata in cucina, e facciamo un giro nella pasticceria del paese. Nel centro la musica è a volume insostenibile. Siamo stanchi e andiamo a tavolo!

Palena-Bussi
Sveglia e lodi con Don Sante che, dopo averci regalato dei dolci locali, ci recluta per spostare il busto di San Falco, le cui ossa si conservano da oltre mille anni nella teca a fianco a noi. Vinciamo così una colazione al bar offerta dal parroco. Seconda colazione in pasticceria, saluti a Don Sante e si parte. Si attacca il valico della Forchetta e si sale sulla Maiella. Incontriamo molti ciclisti che ci sorpassano e Giambino riconosce Danilo Di Luca che ci sfreccia di fianco. Foto sul valico, discesa e salita per il secondo valico, Forchetta di Giove. Qui mentre stiamo facendo altre foto, passa di nuovo Danilo Di Luca (che si era fermato al bar). Qui riusciamo a farci una foto con lui! Discesa su Campo di Giove, spesa con fila incredibile al forno (70 numeri davanti) e via verso Passo San Leonardo. Sono le 13 passate, fa caldo, ma a noi pedalare col fresco proprio non piace. Raggiunto il passo mettiamo paura a 2 vecchi che stavano pranzando sul prato, lasciandoci così la posizione migliore. Scatta il taffio selvaggio (buonissimo il pane nero ai 7 cereali). Riposo, Raffa si mette a scrivere il diario, ma ecco che Nino ferma una giovane coppia di cicloturisti che sta girando tutti i parchi degli Appennini della Penisola. Gran pezza di 40 minuti, Raffa guarda solo le tette della tipa e si riparte. Bellissima discesa con tunnel di 1 Km e mezzo sotto Caramanico. Giambino prova a proporre il passaggio dalla vecchia strada ma viene liquidato. Arriviamo salendo a Salle e qui davanti a un fontanone fascista ristrutturato, scatta il momento culturale: visita al Museo appena inaugurato della Corda Armonica. Alla curatrice non pare vero di poter impezzare 2 giovani chitarristi e spiegare la preparazione delle corde fatte con budella di pecora. Dopo 30 minuti, in cui Giambino e Raffa, alla faccia dei D'Addario, stavano giocando ai piccoli balilla davanti alla fontana, Toni e Simo escono stremati.Si riparte in discesa, si saluta la Maiella e risaliamo a Tocco di Casauria. Il Marchese in coda vede Tonino fermo che chiede “Ma bisogna proprio salire di qua?”
Ultima discesa fino alla statale e puntiamo su Bussi. Deviazione su Bussi officine...lo scenario che abbiamo davanti è post-atomico: industrie abbandonate, cani randagi e case serrate, ci spingono a proseguire con le unghie e con i denti fino a Bussi (340 mt.) dove a dispetto del nome bussiamo a tutte le porte ma nessuno ci apre. Il parroco non c'è e noi cerchiamo la sagrestana, Signora Concetta, la cui abitazione è sul cucuzzolo del paese. Scopriamo che non fa mai ritorno a casa dopo la Messa pomeridiana e per questo disprezzata e additata dalle vecchie “quella che è sempre fuori”. Stiamo quasi per cedere all'ostello quando il cartello della sezione degli alpini stimola il Marchese. Il capo alpino Germinio Mosconi, mosso a compassione, decide di aprirci le porte della sezione locale e ci premura di non fare danni. Quando riemergiamo dalla doccia calda e ristoratrice deve aver letto la lettera di Don Mario, perchè si prodiga a portarci al Ristorante del suo amico, dove attendiamo 1 ora per fare l'ordinazione. Il Marchese sostiene che questi sono i tempi del sud ma i nostri stanno quasi per addentarsi tra di loro! Arrivano finalmente le 3 linguine al gambero di fiume e gli gnocchetti ai frutti di mare per Raffa. Linguine insipide, gnocco di livello e Raffa vince la sfida. Scelta del secondo: 2 pizze per Simo e Giambino, 2 trote per Tonino e Raffa e quest'ultima scelta si rivela vincente. Chiacchierata con 2 signori del tavolo di fianco sulla tappa del giorno successivo, paghiamo e andiamo a dormire. Sedie per Giambino, duro pavimento per tutti gli altri. Durante la notte Raffa, stremato dal russare molesto di Tonino, è costretto a migrare a 2 stanze di distanza.

Bussi-Castel del Monte
Sveglia ore 7:30. In previsione tappa epica con 1660 mt di dislivello da affrontare presto. Ma Nino semina i guantini per tutto il paese e così il Marchese parte in solitaria, indossando gli occhiali rosso martirio dicendo “tanto mi raggiungete subito”. Con grande sorpresa Simo, dopo 15 km, è ancora in solitudine e si ferma a una fontana. Nino sviene quando Raffa gli indica la strada da percorrere...salita, salita e ancora salita, tutta sotto al sole. Alla fontana Raffa svuota la borraccia sicuro di trovare acqua fresca e abbondante: apre il rubinetto ma niente, neanche una goccia con Simo che urla “Ma prima andava!!”. Riparte a secco convinto che Calascia sia dietro l'angolo. Ma mancano ancora 600 mt di dislivello tutti sotto al sole. Giambino scatta sul finale per fare suo il monte, il Marchese a sorpresa, nutrito e dopato, conquista la seconda piazza. Raffa, completamente disidratato, si arena sul drittone finale e viene visto strizzare la maglietta alla vana ricerca di liquidi. Tonino, disperso, arriva dopo mezz'ora, zigzagando pericolosamente. Ci riprendiamo e andiamo verso Castel del Monte...nomen omen! Simo dichiara “questo paese è inculatissimo!” L'alimentari Marinetti spilla 40 € per salsicciotti, salume, pane, mozzarella e anguria. Mangiamo e ci rendiamo conto che il tempo sta cambiando e il diluvio incombe. Ai primi goccioloni troviamo una nicchia di 1 mq. Raffa completamente zuppo dichiara “Ma quanto è fredda l'acqua di Castel del Monte???”. Nino ha la pazza idea di telefonare al prete per scroccare 30 minuti sul divano in vista della salita a Campo Imperatore. Nel giro di 10 minuti siamo svaccati sul divano di Don Joseph, ribattezzato da Simo Hassef...non si sa perchè! Il tempo peggiora in modo inesorabile e al 4° scroscio di grandine e fulmini, Don Joseph chiama il sindaco per cercarci una sistemazione per la notte. Salutiamo il parroco e ci avviamo verso il Comune sotto al diluvio. Parte la caccia al sindaco...dove sarà? Chi sarà? Quando arriva? Tonino, ormai addetto alle pubbliche relazioni, lo cerca al cellulare. Alla fine un suo amico ci accompagna in un posto bellissimo, una casa per gruppi appena ristrutturata, dentro un torrione con materassi, acqua calda e cucina!! Giambino dichiara “stasera ci siamo giocai il Jolly!” Doccia e spesa. Divoriamo tutto quanto e andiamo alla Messa postprocessione dell'Assunta. Fa freddo, molto freddo (del resto siamo sotto Campo Imperatore...uno dei posti più freddi d'Italia) ma resistiamo fino alla fine. Salutiamo e ringraziamo il Don e andiamo finalmente a letto!

Castel del Monte – Campotosto
Sveglia ore 6:30: la tappa è lunga e impegnativa. Dopo un'abbondante colazione iniziamo a salire in mezzo alle nuvole. E' Ferragosto e noi ascendiamo verso uno dei posti più belli d'Italia, Campo Imperatore, il piccolo Tibet. In meno di 40 minuti si apre alla nostra vista un panorama mozzafiato...è il giorno della gloria! Iniziamo la lunga traversata di Campo Imperatore, costellata da camper e vacanzieri. Arranchiamo verso la cima Coppi del giro a 1761 mt, ma ecco che Simo fora. Cambio di camera d'aria e si plana fino all'attacco della funivia. Spesa alle bancarelle, cagata di Simo nelle vicinanze e si riparte. Ultimi 3 km di discesa mozzafiato e poi si ricomincia a salire verso San Pietro della Ienca, sotto al sole cocente, per 5 km. Siamo stremati e ci fermiamo al cospetto del primo Santuario europeo dedicato a Giovanni Paolo II che qui veniva a pregare dopo aver sciato. Troviamo un angolo d'ombra tra i villeggianti che grigliano a gogò e la nostra faccia devastata impietosisce una ragazza che nel giro di 10 minuti ci offre 22 arrosticini appena grigliati...un trionfo! 7 hg di porchetta sigillano il nostro ferragosto. Proviamo a dormire ma veniamo svegliati dal temporale pomeridiano. Ripariamo in chiesa dove sembriamo in preghiera intensa (dormivamo...). Dopo 40 minuti la pioggia cessa e decidiamo di ripartire. Raffa, Giambo e Simo hanno già scalato il drittone che riporta alla statale quando giunge la chiamata di Nino...”ragazzi ho forato!”. Lì scopriamo che Giambino, che in precedenza aveva detto a Nino “non prendere niente, ho 2 camere d'aria” si è portato dietro una camera d'aria per la Graziella e una della misura giusta ma che non va! Dopo vari e vani tentativi si decide di riparare la camera d'aria bucata e si riparte. 6 km di salita e raggiungiamo il valico. Tonino, con i polpacci ustionati e in fiamme, ringrazia le nuvole per il sollievo che portano. Discesa come sempre entusiasmante e risalita verso il lago di Campotosto...ultimi 6 km di calvario. Giambino e Raffa scattano e scommettono sull'orario di arrivo degli altri 2; 18:27 dice Giambino, Raffa replica “Arrivano tutti e due alle 18:35”. Simo fa la sua comparsa alle 18:27 in punto ma non ci sono tracce di Tonino. Intanto Giambo propone una foto di gruppo sotto al muro di cemento della diga, in mezzo ai rifiuti, dicendo “secondo me è bella!”. Viene ridicolizzato dagli altri due. Tonino compare, come profetizzato da Raffa, ai 35 spaccati. Si riparte. Costeggiamo il lago in mezzo a milioni di tende e camper abusivi, con fuochi a pochissima distanza dal nylon...Non ce la facciamo più, fa freddo e mancano 13 km al paese. Arrancando e con la sola forza di volontà, raggiungiamo Campotosto paese. Qui ci ospita Don Giacinto, prette polacco, cugino di qualche attore di Zelig e con una forte attitudine a parlare a voce altissima. In 2 secondi ci apre i locali, ci fa parcheggiare le bici nella chiesa terremotata, ci offre la cena sfrattando i suoi familiari polacchi e ci fa sedere dicendo continuamente “mangi mangi! 1 kg di pasta e la carne vengono spazzati via! Non parla molto l'Italiano ma capiamo che alle 21 ha una processione. Inizia a scampanare per mezz'ora e quando ci apprestiamo ad andare alla processione scopriamo che è già finita! Fa un freddo boia ed entriamo in un bar. Simo chiede la cioccolata calda ma viene sbeffeggiato dalla barista “E' Ferragosto!”. Allora comincia a guardare i gelati e la barista gli dice “Nun me dì che ora vuoi quella fredda!”. Simo (pensando ma i cazzi tuoi?) ordina così un gelato cioccolata e stracciatella. Andiamo a dormire con questo assetto: Giambino su fila di sedie foderata, Tonino su fila di sedie in plastica, Simo su tavolaccio in legno massiccio (“duro ma non avevo freddo!”), Raffa su mattonella gelata dello scantinato. Ben conscio della nottataccia che ha davanti prova a indossare tutto. Niente da fare, la mattina si sveglia con la schiena completamente gelata (riprenderà sensibilità nel pomeriggio) e pur di non rimanere steso, si va a sedere su una sedia libera. Giambino nel frattempo si è autoproclamato “Re delle Sedie” ponendo il veto su tutti i viaggi futuri!

Campotosto – Castelluccio di Norcia
Miracolosamente vivi facciamo colazione, ma c'è un problema: le bici sono in chiesa e nessuno risponde al campanello. Dopo 15 minuti in cui Simo suona ininterrottamente ci aprono. In pochi minuti siamo in sella. Si continua a costeggiare il lago e poi giù verso Amatrice. Spesa...tutto il paese si trova al Market! Dopo 1 ora Nino, Giambo e Raffa riemergono stremati ma con tante mozzarelle di bufala di Leonessa. Si scende ancora e si comincia la salita verso Forca Canapine. A Capodacqua ci fermiamo sul ciglio della strada...che fare? Andare giù in paese scendendo e dovendo risalire? Dormire nella chiesa lasciata incautamente aperta? Alla fine ci accontentiamo di uno spiazzo a bordo strada ombreggiato. Nino è però preoccupato dal traffico (“qui le macchine passano veloci”)...in 3 ore passeranno 3 pullman, 2 macchine e 2 moto perchè tutti prendono la statale che passa sopra al paese. Finalmente possiamo riposarci decentemente senza dover lottare contro i fenomeni della natura. Dopo il meritato riposo ci carichiamo di acqua e di doping e si sale. 15 km allucinanti, da 817 mt a 1570mt...una mattanza. Giambino evita il dramma orphanage scortando Simo metro per metro e allontanando a calci eventuali animali predatori di carcasse. Raffa attacca e arriva per primo in cima: 1h e 40 min per lui. Tonino arriva dopo 15 minuti e a seguire chiudono in 2 ore Simo e Giambo. Siamo distrutti ma non è finita...Scendiamo per 3 km a velocità pazzesche per poi immetterci sullo strappo finale che ci porterà al Pian Grande dei Sibillini. Cominciamo ad avere visioni mistiche e quando si apre il panorama spettacolare della Piana, siamo incerti se chiedere o meno di San Pietro. Foto di gruppo e via verso il pianone. Ma Castelluccio ci guarda dall'alto...Ci avviciniamo un po' con timore, godendoci le meraviglia che abbiamo attorno e capendo che ci aspetta l'ultima grande fatica: 100 mt. Di dislivello a pendenze allucinanti, la bici non andava su! Ormai senza più energie arriviamo in paese, breve giro turistico e poi consueto scatto alla ricerca di un riparo per la notte. Veniamo mandati da un tipo detto “l'Americano”, sessantenne gioviale, re di Castelluccio, conosciuto da tutti. Non è facile parlare con lui ma quando è chiaro che ci si profila la possibilità di dormire nella ex scuola di volo senza brandine, materassi, acqua calda e alla chiusura della festa paesana all'1:30, Raffa e Nino partono in missione alla ricerca del piano B. Nino su indicazione della cameriera bona, fa 3 chiamate, ma niente. Ci indicano l'Albergo Sibilla dove ci offrono una quadrupla a 90€ con bagno e colazione. Ci fiondiamo subito in Hotel...stanotte materasso!!! Doccia calda allagante e si torna alla festa. L'Americano ci riempie di pasta fredda e piccante dimostrandosi uomo generoso e di compagnia. Karaoke: Nino e Simo, in evidente stato confusionale dovuto all'acido lattico, cantano “L'anno che verrà”. Prime strofe di livello, ma quando la musica si alza sul “vedi caro amico...” è la morte. Giambino è tentato dai balli di gruppo con 2 o 3 tipe. Raffa fa foto compromettenti, in futuro potranno essere utili. Andiamo a letto. Il giorno dopo Giambo dovrà compiere in solitaria 85 km per prendere il treno alle 13:30. Simo e Raffa già ridono pensando al povero Giambo inghiottito dalla nebbia che quasi tutte le mattine dell'anno invade il Pian Grande.

Castelluccio di Norcia – San Benedetto del Tronto
Notte agitata per Simo, in preda a crampi e visioni varie, e di conseguenza per il povero Tonino che occupa il letto sottostante. Raffa dorme di brutto e Giambo si sveglia alle 6:30. Per lui colazione e partenza immediata. Viene inghiottito, come profetizzato da Simo, dalla nebbia. Dichiarerà in seguito “non si vedeva nulla oltre i 10 metri ed era fredda e umida”. Riemergerà dopo 2 km di salita per Forca Presta. Gli altri se la prendono con calma. Colazione, preparativi in polleggio e si vanno a prendere le bici. Alle 10:10, mentre stiamo per partire, giunge la telefonata di Giambo, che in una brevissima sosta ci dice di essere già ad Ascoli. Arriverà a San Benedetto alle 12:20, ben 1 ora e 10 minuti prima del treno, a medie allucinanti: 90 km in 3 ore e mezza. Nel frattempo gli altri sfaticati girano negozi di souvenir, comprando cartoline e calamite orrende, cercando di ritardare il più possibile la partenza. Alle 11 si parte, discesa verso Pian Grande (ma quanto cazzo è alto Castelluccio???), un paio di km tranquilli e si inizia a salire per Forca Presta. Il Marchese a sorpresa rinuncia al doping e si avvia con velocità da nonno in pensione sulle pendici del Vettore. Raffa arriva per primo alla Forca, raggiunto da Tonino dopo pochi minuti e da uno sconvolto Simo. Discesona dove tocchiamo i 70 Km/h. Risalita verso Montegallo, pausa acqua e via verso Ascoli, sotto al sole ma almeno in discesa. Alle 13:40 conquistimo la città. Non c'è nessuno, deserto totale; se le case potessero se ne andrebbero pure loro al mare! Troviamo un Eurospin incredibilmente aperto e ci avviamo verso un parco pubblico. Tonino pesta subito una merda e non contento ci si siede accanto. Traslochiamo di qualche metro e ci abbuffiamo di bufala. I piccioni ci scrutano avvicinandosi sempre di più. Simo ha un'idea...i dolci di Don Sante, ben fermentati nella plastica sotto al sole per 1 settimana li terranno lontani. Lancia a piene mani tutto quanto. I piccioni si avventano sul cibo e spazzano via tutto quanto in pochi minuti...non li rivedremo più (davvero!), schienati dal cibo. Riposiamo all'omra e alle 17:30 ci rimettiamo in sella. Un cocainomane per la strada della bonifica. Sbagliamo 2 o 3 volte rischiando di andare a Teramo, ma alla fine riusciamo a imboccare la strada giusta. Trenino in pianura e in 1 ora siamo a Porto d'Ascoli. Qui imbocchiamo l'Adriatica. Dopo che una moto ci dice di non proseguire, prendiamo lo svincolo per il mare e in men che non si dica siamo su una ciclabile, sotto alle palme del lungomare. Parte la ricerca dell'alloggio...Dopo un paio di tentativi, convergiamo sui frati conventuali. Qui Padre Gabriele ci invita all'ultima fatica: veniamo caricati di materassi e ascendiamo stile via crucis verso l'alloggio...dopo 90 km di bici era quello che ci voleva. Doccia e via, si brancola nel buio per San Benedetto. Raggiungiamo il corso principale, molto bello. Simo, a sorpresa, ordina un frappè. Nino e Raffa attaccano la friggitoria mangiando olio con pizza. Finalmente sazi scatta il momento culturale. Prima Tonino vuole sapere l'esatta distanza tra Bologna e Mosca (???), 2700 km per la cronaca, poi entriamo in libreria, attirati dagli sconti. Acquisti compulsivi e si va a letto. Caldo o rumore? Bisogna fare una scelta...finestra aperta=traffico dell'Adriatica; finestra chiusa=caldo soffocante. Simo decide di soffocare, Nino alle 5 del mattino si alza per chiudere la finestra.

Rientro a casa


Sveglia barcollanti, ancora con dolori allucinanti. Messa e colazione. Salutiamo Padre Gabriele che non vuole neanche l'offerta e si va in stazione a fare i biglietti. Prima della partenza ci godiamo un po' di spiaggia, sistemandoci di fianco allo scarico fognario sulla cerata di Raffa e con Simo in mutande...praticamente degli zingari. Bagno, taffio e treno. Simo prende il treno per Pescara dove miracolosamente ritrova la macchina sulle ruote e non sui mattoni...il ricongiungimento familiare andrà a buon fine. Tonino e Raffa si godono un viaggio tranquillo verso Bologna. Missione compiuta!

Nessun commento:

Posta un commento