le foto del viaggio le trovi qui: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10151854243168287.1073741828.664328286&type=1&l=821c4e6d2e
Partecipanti
Padre Simone Marchesini: Forma peggiore
mai avuta e sfoggia 5 kg di pancia in più.
Raffa: l'arbitro neopromosso
decisamente più in forma.
Giambino: si presenta con la solita
bici più scotch che telaio; sponsorizzato dalle banche.
Tonino: il ritorno dell'Albanese
volante.
Bologna-Pescara-Fara S.Martino-Palena
Partenza scaglionata quest'anno. Raffa,
Giambo e Tonino reclutano l'eroico Federico Giordani perchè li porti
con il furgoncino alla partenza. Simo invece arriva a Pescara con
macchina della speranza e moglie e figlio al seguito. Fino a Rimini
Raffa ha la faticosa missione di consegnare un pulmino usato dagli
scout. 1 ora per arrivare a Rimini + 1 ora per consegnare il furgone.
Al ricongiungimento del gruppo Simo scarica moglie e figlio al
binario e si rende conto di essere in vacanza. Simo cerca un
parcheggio custodito a Pescaraper mezz'ora abbondante...ma niente!
Alla fine affida la Punto a un vucumprà del parcheggio comunale, in
ottime mani insomma!
E' tardi, partiamo in direzione
Guardiagrele, ma uscire da Pescara è un labirinto. Ci inerpichiamo
su curve e tornanti al cospetto della sacra montagna: la Maiella. Ci
facciamo lasciare a Fara S.Martino anche se eravamo tentati di
pedalare di più. Passiamo davanti agli stabilimenti De Cecco e
lisciando i vicoli della città vecchia ci fermiamo davanti ad una
fontana. Prepoarazione: Nino piscia in mezzo al paese per la gioia
delle vecchie. Giordi ci guarda basito e Giambino urla “mi si è
storta la ruota!”...falso allarme. Quando sembra tutto pronto
Tonino arriva con la confezione delle corna da attaccare al manubrio
dicendo “Ragazzi aspettate devo mettere queste!” Viene deriso e
si parte. Bellissima strada in costa che in 20 km sale a Palena,
montagna a destra e dirupo a sinistra. A Palena troviamo la scritta
“Canonica” e suoniamo. Ci apre Don Sante e ci ospita nelle sale
della Parrocchia. Scatta la caccia a materasso/cartone/zerbino ma
niente...stanotte si dorme sul tavolo. Giambino, emozionato dalla
soluzione sedia, le mette in fila, incurante del ferro che inciderà
tutte le vertebre della sua spina dorsale. Mangiamo 7 hg di pasta al
pomodoro, scroccata in cucina, e facciamo un giro nella pasticceria
del paese. Nel centro la musica è a volume insostenibile. Siamo
stanchi e andiamo a tavolo!
Palena-Bussi
Sveglia e lodi con Don Sante che, dopo
averci regalato dei dolci locali, ci recluta per spostare il busto di
San Falco, le cui ossa si conservano da oltre mille anni nella teca a
fianco a noi. Vinciamo così una colazione al bar offerta dal
parroco. Seconda colazione in pasticceria, saluti a Don Sante e si
parte. Si attacca il valico della Forchetta e si sale sulla Maiella.
Incontriamo molti ciclisti che ci sorpassano e Giambino riconosce
Danilo Di Luca che ci sfreccia di fianco. Foto sul valico, discesa e
salita per il secondo valico, Forchetta di Giove. Qui mentre stiamo
facendo altre foto, passa di nuovo Danilo Di Luca (che si era fermato
al bar). Qui riusciamo a farci una foto con lui! Discesa su Campo di
Giove, spesa con fila incredibile al forno (70 numeri davanti) e via
verso Passo San Leonardo. Sono le 13 passate, fa caldo, ma a noi
pedalare col fresco proprio non piace. Raggiunto il passo mettiamo
paura a 2 vecchi che stavano pranzando sul prato, lasciandoci così
la posizione migliore. Scatta il taffio selvaggio (buonissimo il pane
nero ai 7 cereali). Riposo, Raffa si mette a scrivere il diario, ma
ecco che Nino ferma una giovane coppia di cicloturisti che sta
girando tutti i parchi degli Appennini della Penisola. Gran pezza di
40 minuti, Raffa guarda solo le tette della tipa e si riparte.
Bellissima discesa con tunnel di 1 Km e mezzo sotto Caramanico.
Giambino prova a proporre il passaggio dalla vecchia strada ma viene
liquidato. Arriviamo salendo a Salle e qui davanti a un fontanone
fascista ristrutturato, scatta il momento culturale: visita al Museo
appena inaugurato della Corda Armonica. Alla curatrice non pare vero
di poter impezzare 2 giovani chitarristi e spiegare la preparazione
delle corde fatte con budella di pecora. Dopo 30 minuti, in cui
Giambino e Raffa, alla faccia dei D'Addario, stavano giocando ai
piccoli balilla davanti alla fontana, Toni e Simo escono stremati.Si
riparte in discesa, si saluta la Maiella e risaliamo a Tocco di
Casauria. Il Marchese in coda vede Tonino fermo che chiede “Ma
bisogna proprio salire di qua?”
Ultima discesa fino alla statale e
puntiamo su Bussi. Deviazione su Bussi officine...lo scenario che
abbiamo davanti è post-atomico: industrie abbandonate, cani randagi
e case serrate, ci spingono a proseguire con le unghie e con i denti
fino a Bussi (340 mt.) dove a dispetto del nome bussiamo a tutte le
porte ma nessuno ci apre. Il parroco non c'è e noi cerchiamo la
sagrestana, Signora Concetta, la cui abitazione è sul cucuzzolo del
paese. Scopriamo che non fa mai ritorno a casa dopo la Messa
pomeridiana e per questo disprezzata e additata dalle vecchie “quella
che è sempre fuori”. Stiamo quasi per cedere all'ostello quando il
cartello della sezione degli alpini stimola il Marchese. Il capo
alpino Germinio Mosconi, mosso a compassione, decide di aprirci le
porte della sezione locale e ci premura di non fare danni. Quando
riemergiamo dalla doccia calda e ristoratrice deve aver letto la
lettera di Don Mario, perchè si prodiga a portarci al Ristorante del
suo amico, dove attendiamo 1 ora per fare l'ordinazione. Il Marchese
sostiene che questi sono i tempi del sud ma i nostri stanno quasi per
addentarsi tra di loro! Arrivano finalmente le 3 linguine al gambero
di fiume e gli gnocchetti ai frutti di mare per Raffa. Linguine
insipide, gnocco di livello e Raffa vince la sfida. Scelta del
secondo: 2 pizze per Simo e Giambino, 2 trote per Tonino e Raffa e
quest'ultima scelta si rivela vincente. Chiacchierata con 2 signori
del tavolo di fianco sulla tappa del giorno successivo, paghiamo e
andiamo a dormire. Sedie per Giambino, duro pavimento per tutti gli
altri. Durante la notte Raffa, stremato dal russare molesto di
Tonino, è costretto a migrare a 2 stanze di distanza.
Bussi-Castel del Monte
Sveglia ore 7:30. In previsione tappa
epica con 1660 mt di dislivello da affrontare presto. Ma Nino semina
i guantini per tutto il paese e così il Marchese parte in solitaria,
indossando gli occhiali rosso martirio dicendo “tanto mi
raggiungete subito”. Con grande sorpresa Simo, dopo 15 km, è
ancora in solitudine e si ferma a una fontana. Nino sviene quando
Raffa gli indica la strada da percorrere...salita, salita e ancora
salita, tutta sotto al sole. Alla fontana Raffa svuota la borraccia
sicuro di trovare acqua fresca e abbondante: apre il rubinetto ma
niente, neanche una goccia con Simo che urla “Ma prima andava!!”.
Riparte a secco convinto che Calascia sia dietro l'angolo. Ma mancano
ancora 600 mt di dislivello tutti sotto al sole. Giambino scatta sul
finale per fare suo il monte, il Marchese a sorpresa, nutrito e
dopato, conquista la seconda piazza. Raffa, completamente
disidratato, si arena sul drittone finale e viene visto strizzare la
maglietta alla vana ricerca di liquidi. Tonino, disperso, arriva dopo
mezz'ora, zigzagando pericolosamente. Ci riprendiamo e andiamo verso
Castel del Monte...nomen omen! Simo dichiara “questo paese è
inculatissimo!” L'alimentari Marinetti spilla 40 € per
salsicciotti, salume, pane, mozzarella e anguria. Mangiamo e ci
rendiamo conto che il tempo sta cambiando e il diluvio incombe. Ai
primi goccioloni troviamo una nicchia di 1 mq. Raffa completamente
zuppo dichiara “Ma quanto è fredda l'acqua di Castel del
Monte???”. Nino ha la pazza idea di telefonare al prete per
scroccare 30 minuti sul divano in vista della salita a Campo
Imperatore. Nel giro di 10 minuti siamo svaccati sul divano di Don
Joseph, ribattezzato da Simo Hassef...non si sa perchè! Il tempo
peggiora in modo inesorabile e al 4° scroscio di grandine e fulmini,
Don Joseph chiama il sindaco per cercarci una sistemazione per la
notte. Salutiamo il parroco e ci avviamo verso il Comune sotto al
diluvio. Parte la caccia al sindaco...dove sarà? Chi sarà? Quando
arriva? Tonino, ormai addetto alle pubbliche relazioni, lo cerca al
cellulare. Alla fine un suo amico ci accompagna in un posto
bellissimo, una casa per gruppi appena ristrutturata, dentro un
torrione con materassi, acqua calda e cucina!! Giambino dichiara
“stasera ci siamo giocai il Jolly!” Doccia e spesa. Divoriamo
tutto quanto e andiamo alla Messa postprocessione dell'Assunta. Fa
freddo, molto freddo (del resto siamo sotto Campo Imperatore...uno
dei posti più freddi d'Italia) ma resistiamo fino alla fine.
Salutiamo e ringraziamo il Don e andiamo finalmente a letto!
Castel del Monte – Campotosto
Sveglia ore 6:30: la tappa è lunga e
impegnativa. Dopo un'abbondante colazione iniziamo a salire in mezzo
alle nuvole. E' Ferragosto e noi ascendiamo verso uno dei posti più
belli d'Italia, Campo Imperatore, il piccolo Tibet. In meno di 40
minuti si apre alla nostra vista un panorama mozzafiato...è il
giorno della gloria! Iniziamo la lunga traversata di Campo
Imperatore, costellata da camper e vacanzieri. Arranchiamo verso la
cima Coppi del giro a 1761 mt, ma ecco che Simo fora. Cambio di
camera d'aria e si plana fino all'attacco della funivia. Spesa alle
bancarelle, cagata di Simo nelle vicinanze e si riparte. Ultimi 3 km
di discesa mozzafiato e poi si ricomincia a salire verso San Pietro
della Ienca, sotto al sole cocente, per 5 km. Siamo stremati e ci
fermiamo al cospetto del primo Santuario europeo dedicato a Giovanni
Paolo II che qui veniva a pregare dopo aver sciato. Troviamo un
angolo d'ombra tra i villeggianti che grigliano a gogò e la nostra
faccia devastata impietosisce una ragazza che nel giro di 10 minuti
ci offre 22 arrosticini appena grigliati...un trionfo! 7 hg di
porchetta sigillano il nostro ferragosto. Proviamo a dormire ma
veniamo svegliati dal temporale pomeridiano. Ripariamo in chiesa dove
sembriamo in preghiera intensa (dormivamo...). Dopo 40 minuti la
pioggia cessa e decidiamo di ripartire. Raffa, Giambo e Simo hanno
già scalato il drittone che riporta alla statale quando giunge la
chiamata di Nino...”ragazzi ho forato!”. Lì scopriamo che
Giambino, che in precedenza aveva detto a Nino “non prendere
niente, ho 2 camere d'aria” si è portato dietro una camera d'aria
per la Graziella e una della misura giusta ma che non va! Dopo vari e
vani tentativi si decide di riparare la camera d'aria bucata e si
riparte. 6 km di salita e raggiungiamo il valico. Tonino, con i
polpacci ustionati e in fiamme, ringrazia le nuvole per il sollievo
che portano. Discesa come sempre entusiasmante e risalita verso il
lago di Campotosto...ultimi 6 km di calvario. Giambino e Raffa
scattano e scommettono sull'orario di arrivo degli altri 2; 18:27
dice Giambino, Raffa replica “Arrivano tutti e due alle 18:35”.
Simo fa la sua comparsa alle 18:27 in punto ma non ci sono tracce di
Tonino. Intanto Giambo propone una foto di gruppo sotto al muro di
cemento della diga, in mezzo ai rifiuti, dicendo “secondo me è
bella!”. Viene ridicolizzato dagli altri due. Tonino compare, come
profetizzato da Raffa, ai 35 spaccati. Si riparte. Costeggiamo il
lago in mezzo a milioni di tende e camper abusivi, con fuochi a
pochissima distanza dal nylon...Non ce la facciamo più, fa freddo e
mancano 13 km al paese. Arrancando e con la sola forza di volontà,
raggiungiamo Campotosto paese. Qui ci ospita Don Giacinto, prette
polacco, cugino di qualche attore di Zelig e con una forte attitudine
a parlare a voce altissima. In 2 secondi ci apre i locali, ci fa
parcheggiare le bici nella chiesa terremotata, ci offre la cena
sfrattando i suoi familiari polacchi e ci fa sedere dicendo
continuamente “mangi mangi! 1 kg di pasta e la carne vengono
spazzati via! Non parla molto l'Italiano ma capiamo che alle 21 ha
una processione. Inizia a scampanare per mezz'ora e quando ci
apprestiamo ad andare alla processione scopriamo che è già finita!
Fa un freddo boia ed entriamo in un bar. Simo chiede la cioccolata
calda ma viene sbeffeggiato dalla barista “E' Ferragosto!”.
Allora comincia a guardare i gelati e la barista gli dice “Nun me
dì che ora vuoi quella fredda!”. Simo (pensando ma i cazzi tuoi?)
ordina così un gelato cioccolata e stracciatella. Andiamo a dormire
con questo assetto: Giambino su fila di sedie foderata, Tonino su
fila di sedie in plastica, Simo su tavolaccio in legno massiccio
(“duro ma non avevo freddo!”), Raffa su mattonella gelata dello
scantinato. Ben conscio della nottataccia che ha davanti prova a
indossare tutto. Niente da fare, la mattina si sveglia con la schiena
completamente gelata (riprenderà sensibilità nel pomeriggio) e pur
di non rimanere steso, si va a sedere su una sedia libera. Giambino
nel frattempo si è autoproclamato “Re delle Sedie” ponendo il
veto su tutti i viaggi futuri!
Campotosto – Castelluccio di Norcia
Miracolosamente vivi facciamo
colazione, ma c'è un problema: le bici sono in chiesa e nessuno
risponde al campanello. Dopo 15 minuti in cui Simo suona
ininterrottamente ci aprono. In pochi minuti siamo in sella. Si
continua a costeggiare il lago e poi giù verso Amatrice.
Spesa...tutto il paese si trova al Market! Dopo 1 ora Nino, Giambo e
Raffa riemergono stremati ma con tante mozzarelle di bufala di
Leonessa. Si scende ancora e si comincia la salita verso Forca
Canapine. A Capodacqua ci fermiamo sul ciglio della strada...che
fare? Andare giù in paese scendendo e dovendo risalire? Dormire
nella chiesa lasciata incautamente aperta? Alla fine ci accontentiamo
di uno spiazzo a bordo strada ombreggiato. Nino è però preoccupato
dal traffico (“qui le macchine passano veloci”)...in 3 ore
passeranno 3 pullman, 2 macchine e 2 moto perchè tutti prendono la
statale che passa sopra al paese. Finalmente possiamo riposarci
decentemente senza dover lottare contro i fenomeni della natura. Dopo
il meritato riposo ci carichiamo di acqua e di doping e si sale. 15
km allucinanti, da 817 mt a 1570mt...una mattanza. Giambino evita il
dramma orphanage scortando Simo metro per metro e allontanando a
calci eventuali animali predatori di carcasse. Raffa attacca e arriva
per primo in cima: 1h e 40 min per lui. Tonino arriva dopo 15 minuti
e a seguire chiudono in 2 ore Simo e Giambo. Siamo distrutti ma non è
finita...Scendiamo per 3 km a velocità pazzesche per poi immetterci
sullo strappo finale che ci porterà al Pian Grande dei Sibillini.
Cominciamo ad avere visioni mistiche e quando si apre il panorama
spettacolare della Piana, siamo incerti se chiedere o meno di San
Pietro. Foto di gruppo e via verso il pianone. Ma Castelluccio ci
guarda dall'alto...Ci avviciniamo un po' con timore, godendoci le
meraviglia che abbiamo attorno e capendo che ci aspetta l'ultima
grande fatica: 100 mt. Di dislivello a pendenze allucinanti, la bici
non andava su! Ormai senza più energie arriviamo in paese, breve
giro turistico e poi consueto scatto alla ricerca di un riparo per la
notte. Veniamo mandati da un tipo detto “l'Americano”,
sessantenne gioviale, re di Castelluccio, conosciuto da tutti. Non è
facile parlare con lui ma quando è chiaro che ci si profila la
possibilità di dormire nella ex scuola di volo senza brandine,
materassi, acqua calda e alla chiusura della festa paesana all'1:30,
Raffa e Nino partono in missione alla ricerca del piano B. Nino su
indicazione della cameriera bona, fa 3 chiamate, ma niente. Ci
indicano l'Albergo Sibilla dove ci offrono una quadrupla a 90€ con
bagno e colazione. Ci fiondiamo subito in Hotel...stanotte
materasso!!! Doccia calda allagante e si torna alla festa.
L'Americano ci riempie di pasta fredda e piccante dimostrandosi uomo
generoso e di compagnia. Karaoke: Nino e Simo, in evidente stato
confusionale dovuto all'acido lattico, cantano “L'anno che verrà”.
Prime strofe di livello, ma quando la musica si alza sul “vedi caro
amico...” è la morte. Giambino è tentato dai balli di gruppo con
2 o 3 tipe. Raffa fa foto compromettenti, in futuro potranno essere
utili. Andiamo a letto. Il giorno dopo Giambo dovrà compiere in
solitaria 85 km per prendere il treno alle 13:30. Simo e Raffa già
ridono pensando al povero Giambo inghiottito dalla nebbia che quasi
tutte le mattine dell'anno invade il Pian Grande.
Castelluccio di Norcia – San
Benedetto del Tronto
Notte agitata per Simo, in preda a
crampi e visioni varie, e di conseguenza per il povero Tonino che
occupa il letto sottostante. Raffa dorme di brutto e Giambo si
sveglia alle 6:30. Per lui colazione e partenza immediata. Viene
inghiottito, come profetizzato da Simo, dalla nebbia. Dichiarerà in
seguito “non si vedeva nulla oltre i 10 metri ed era fredda e
umida”. Riemergerà dopo 2 km di salita per Forca Presta. Gli altri
se la prendono con calma. Colazione, preparativi in polleggio e si
vanno a prendere le bici. Alle 10:10, mentre stiamo per partire,
giunge la telefonata di Giambo, che in una brevissima sosta ci dice
di essere già ad Ascoli. Arriverà a San Benedetto alle 12:20, ben 1
ora e 10 minuti prima del treno, a medie allucinanti: 90 km in 3 ore
e mezza. Nel frattempo gli altri sfaticati girano negozi di souvenir,
comprando cartoline e calamite orrende, cercando di ritardare il più
possibile la partenza. Alle 11 si parte, discesa verso Pian Grande
(ma quanto cazzo è alto Castelluccio???), un paio di km tranquilli e
si inizia a salire per Forca Presta. Il Marchese a sorpresa rinuncia
al doping e si avvia con velocità da nonno in pensione sulle pendici
del Vettore. Raffa arriva per primo alla Forca, raggiunto da Tonino
dopo pochi minuti e da uno sconvolto Simo. Discesona dove tocchiamo i
70 Km/h. Risalita verso Montegallo, pausa acqua e via verso Ascoli,
sotto al sole ma almeno in discesa. Alle 13:40 conquistimo la città.
Non c'è nessuno, deserto totale; se le case potessero se ne
andrebbero pure loro al mare! Troviamo un Eurospin incredibilmente
aperto e ci avviamo verso un parco pubblico. Tonino pesta subito una
merda e non contento ci si siede accanto. Traslochiamo di qualche
metro e ci abbuffiamo di bufala. I piccioni ci scrutano avvicinandosi
sempre di più. Simo ha un'idea...i dolci di Don Sante, ben
fermentati nella plastica sotto al sole per 1 settimana li terranno
lontani. Lancia a piene mani tutto quanto. I piccioni si avventano
sul cibo e spazzano via tutto quanto in pochi minuti...non li
rivedremo più (davvero!), schienati dal cibo. Riposiamo all'omra e
alle 17:30 ci rimettiamo in sella. Un cocainomane per la strada della
bonifica. Sbagliamo 2 o 3 volte rischiando di andare a Teramo, ma
alla fine riusciamo a imboccare la strada giusta. Trenino in pianura
e in 1 ora siamo a Porto d'Ascoli. Qui imbocchiamo l'Adriatica. Dopo
che una moto ci dice di non proseguire, prendiamo lo svincolo per il
mare e in men che non si dica siamo su una ciclabile, sotto alle
palme del lungomare. Parte la ricerca dell'alloggio...Dopo un paio di
tentativi, convergiamo sui frati conventuali. Qui Padre Gabriele ci
invita all'ultima fatica: veniamo caricati di materassi e ascendiamo
stile via crucis verso l'alloggio...dopo 90 km di bici era quello che
ci voleva. Doccia e via, si brancola nel buio per San Benedetto.
Raggiungiamo il corso principale, molto bello. Simo, a sorpresa,
ordina un frappè. Nino e Raffa attaccano la friggitoria mangiando
olio con pizza. Finalmente sazi scatta il momento culturale. Prima
Tonino vuole sapere l'esatta distanza tra Bologna e Mosca (???), 2700
km per la cronaca, poi entriamo in libreria, attirati dagli sconti.
Acquisti compulsivi e si va a letto. Caldo o rumore? Bisogna fare una
scelta...finestra aperta=traffico dell'Adriatica; finestra
chiusa=caldo soffocante. Simo decide di soffocare, Nino alle 5 del
mattino si alza per chiudere la finestra.
Rientro a casa
Sveglia barcollanti, ancora con dolori
allucinanti. Messa e colazione. Salutiamo Padre Gabriele che non
vuole neanche l'offerta e si va in stazione a fare i biglietti. Prima
della partenza ci godiamo un po' di spiaggia, sistemandoci di fianco
allo scarico fognario sulla cerata di Raffa e con Simo in
mutande...praticamente degli zingari. Bagno, taffio e treno. Simo
prende il treno per Pescara dove miracolosamente ritrova la macchina
sulle ruote e non sui mattoni...il ricongiungimento familiare andrà
a buon fine. Tonino e Raffa si godono un viaggio tranquillo verso
Bologna. Missione compiuta!

Nessun commento:
Posta un commento