per vedere le foto del viaggio: https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10152642504328287.1073741829.664328286&type=1&l=96a9d3016c
Adriatico-Tirreno coast to coast
Conero-Argentario
Giorno1 Bologna-Ancona-Loreto
Ritrovo alle 7:15 in stazione puntuali
con treno alle 7:35. Raffa arriva per primo alle 7. Il Marchese si
presenta a sorpresa alle 7:20 seguito da Giambo. La new entry Michele
Grossi, ricercato dalla Polizia su segnalazione dell'Interpol, si
presenta quando il macchinista sta per partire. Come al solito scatta
la corsa al treno. Riusciamo a salire, leghiamo le bici e arriva la
doccia gelida...”Signori scusate per il disagio, ma a Forlì è
deragliato un treno merci e questo treno non partirà, la linea è
momentaneamente bloccata”. Giambo prospetta un ribaltamento del
giro e propone il regionale per Prato per andare a Orbetello. Simo
chiama Don Mario per vagliare la possibilità furgone + Tonino
autista (inconsapevole di tutto perchè ancora a letto). Il Don dà
l'ok e Raffa si fionda in assistenza clienti per prendere il
rimborso. Viene rimbalzato in biglietteria. Qui, sentendo che mandano
la gente in assistenza clienti, capeggia la rivolta dicendo a tutti
di stare lì. Giambo si dirige verso casa per recuperare una cerata e
il Marchese al bar per un caffè. Qui sente l'annuncio che il treno
delle 8:35 per Ancona passerà da Ravenna. Giambo viene richiamato e
torna indietro, Raffa prelevato dalla coda e ci fiondiamo sul treno.
Cioè...ci proviamo! La ressa ricorda vagamente i treni della linea
Calcutta-Delhi. La carrozza bici è chiusa ma il capotreno, con
grande senso civico e fare marchigiano, ce la apre e ci fa sistemare
le bici. I nostri corpi vengono sistemati al volo in ultima carrozza,
in piedi stile autobus all'ora di punta, zona cessi. Simo,
rivendicando la propria anzianità, si impossessa del water
passandoci 30 minuti. Ma ben presto la gente comincia ad espletare i
propri bisogni nella stesa rendendo invivibile la zona cessi, così
il Marchese ripiega stendendosi nello spazio che tiene uniti i vagoni
e, tenendo ferma la porta con la mano, si addormenta! Finalmente dopo
Cattolica il treno si svuota, ci sediamo e raggiungiamo Ancona con
solo 2 ore di ritardo sulla nostra tabella di marcia. Abbiamo fame e
andiamo verso il mare. Ci viene indicata la spiaggia del “passetto”.
Stranamente la strada per arrivarci sale! Alla fine arriviamo ad un
monumento ai caduti fascista da cui parte una scalinata interminabile
a picco sul mare. Pizza e bagno. Giambo, vedendo l'acqua più
profonda che a Pinnarella, rinuncia e ci dà 20 minuti di tempo, che
impiegheremo solo per scendere. Tuffo in acqua con rischio
congestione e a malincuore si sale in sella. Attacchiamo subito un
drittone con pendenze illegali e si staglia davanti a noi la sagoma
verde intenso del Conero. Ci avviciniamo ma decidiamo di non andare
in cima ma solo di aggirarlo. Discesa su Sirolo, foto con vista
mozzafiato, e si continua a scendere verso Numana, con la bici sulle
spalle a causa dei gradini. La bici di Giambo rischia di rimanere lì.
Partiamo verso Loreto dicendoci “Ah ma siamo già arrivati, è lì
sopra!”. La salita, anche se corta, morde i polpacci e ci
distrugge. Senza più liquidi arriviamo davanti alla Basilica...che
spettacolo! Doppio contatto per la notte: Suor Eva o Domus Pacis? Ci
fidiamo del clero e non veniamo traditi. Giambo va a vedere la Domus
Pacis scendendo un drittone pazzesco...verrà rivisto 30 minuti dopo,
sudato marcio. Doccia e cena. Consigliati da Suor Eva andiamo da
Sonia, al Tacabanda. Cena di pesce! 20€ a testa e veniamo sommersi
da vongole, cozze e fritture di pesce. Usciamo barcollando e andiamo
a letto. Il Marchese si toglie i pantaloni mentre cammina e crolla in
un coma profondo. Gli altri poco dopo...
Loreto-San Lorenzo al Lago (Fiastra)
Sveglia ore 7:10...incubo! Messa in
Basilica in stato comatoso. Cominciamo a riprenderci con la
colazione. Rimettiamo in ordine bici e bagagli, salutiamo le suore e
partiamo alle 9:30. Fa già un caldo porco e passiamo da un colle
all'altro, circondati dai girasoli, alla volta di Recanati. Con la
scusa di Leopardi ci fermiamo un bel po' alla ricerca del colle
dell'Infinito. Dopo averlo ammirato convinti e avendo constatato che
effettivamente non si vedeva 'na cippa a causa della siepe,
ripartiamo alla volta di Macerata. Il caldo è aumentato, il traffico
pure e, prima della città, affrontiamo una salita da clavario su
tangenziale a 4 corsie, che termina su uno strappo allucinante. Michi
la fa in piedi sui pedali, Raffa si pianta, Giambo spinge e il
Marchese viene visto zigzagare come un ubriaco. Sopravvissuti
facciamo la spesa e ci aggiriamo per il centro di Macerata. Visita
alla Cattedrale e scappiamo verso Abbadia di Fiastra per consumare il
pranzo. Il sole è cocente e ci si materializza davanti un piccolo
paradiso: prati curati, alberi e acqua fresca. Come i peggiori nomadi
ci accampiamo all'ombra e divoriamo il pranzo...mancano solo i
violini zigani. Al risveglio il Marchese ha un problema: la bici,
appoggiata all'albero, era stata abbandonata con le sacche aperte, e
le formiche le hanno invase; durante la pedalata del pomeriggio se le
ritroverà anche sugli occhiali! Salutiamo il nostro angolo di
paradiso e partiamo...20 kminfiniti di strada in falsopiano sotto il
sole cocente e in mezzo a un traffico indiavolato. Ci dopiamo, ma al
Marchese non basta...negli ultimi Km di strada entra in fase mistica.
Ma per fortuna siamo già ai piedi dei Sibillini. I giovani Raffa,
Michi e Giambo arrivano alla diga dopo 400 mt di dislivello e si
giocano a dadi le vesti del Marchese, avvistato dall'altra parte
della valle 30 minuti prima. Ma ecco la sorpresa! Dopo 5 minuti il
Marchese compare fresco come una rosa! Autoscatto sul lago e via
verso San Lorenzo. Il Marchese, mai domo, scatta e individua la
chiesa Romanica con sospetta macchina del prete parcheggiata. Il buon
Don Bruno gli si materializza davanti ed è un gioco da ragazzi
convincerlo ad ospitarci...dove? 2 stanzette di catechismo con
lavandino minuscolo adatto alle bambole; ma a noi basta e va bene
così! Siamo convinti che il nostro arrivo lì sia stato per lui il
momento massimo di speranza pastorale...mai aveva visto 4 giovani (2
Scout e 2 A.C.). Ci laviamo come possiamo allagando il bagno. Abbiamo
fame! Valutiamo il ristorante “Il Gatto e la Volpe” a mt 5 dal
portone. Andiamo a vedere l'Osteria del lago dove i prezzi sono più
alti di 1-2€ e Giambo inorridisce. Torniamo indietro...errore
gravissimo. Ci sediamo confortati dalle parole “la cucina è
aperta”. Dopo 5 minuti la cameriera ci dice che fanno solo la pizza
perchè è tardi (22:00). Siamo troppo stanchi per alzarci e
ordiniamo le pizze. Si presentano 4 fette biscottate
sbruciacchiate...le peggiori pizze mai viste e mangiate. Ma abbiamo
troppa fame e divoriamo 1 pizza e mezzo a testa. Ci trasciniamo verso
la gelateria e poi al nostro alloggio. Il Marchese saccheggia i
sacchetti della Caritas alla ricerca di qualcosa di morbido, ma non
basterà. Giambo, come al solito, vede le sedie, sua specialità, e
le dispone a brandina. Michi e Raffa sfoderano i moduli (scelta
vincente). Michi, con solo il saccolenzuolo, dorme col pile...non
ammetterà mai di aver patito freddo. Raffa respira in modo
strano...inspira ed espira dal sedere con effetti devastanti...sarà
il cibo più doping preso! Michi dichiarerà “Nella mia vita mi
sono svegliato per gente che russava, ma mai per la puzza!”.
Buona notte!
San Lorenzo al Lago-Montefalco
Sveglia ore 7:30 e lodi nella
bellissima chiesetta Romanica. Partiamo in ritardissimo per Fiastra.
Cominciamo l'ascesa verso S.Ilario e fa già caldo. Planiamo su
Pievebovigliano. La strada è come piace a noi...deserta! Ci facciamo
dare le indicazione per Antico e Pievetorina venendo avvistai
“Sale...”. L'avviso si rivela essere più che
veritiero...affrontiamo un muro e pedaliamo a fatica col rapportino
agile e lo zig zag è d'obbligo. Arrivati in cima planiamo su
Pievetorina, ma è un'illusione perchè dobbiamo salire di nuovo. La
salita è piacevole, non c'è nessuno, e il caldo è l'unico
ostacolo. Simo si ferma a mangiare ciliegie selvatiche e raggiungerà
la vetta scortato dal fedele Giambo. Compattato il gruppo si vola su
Colfiorito dove facciamo la spesa e sostiamo in un parco giochi
talmente assolato che viene frequentato solo dai bambini del Far
West. Ci addormentiamo e verso le 4 si materializzano per un match a
nascondino. Nascondersi è impossibile perchè non c'è nulla e il
poveraccio che conta deve fare dei Km per stanare gli altri. Il
bambino più furbo ci sfrutta come nascondiglio e intanto ci dà le
indicazioni stradali per il pomeriggio. Ripartiamo, ovviamente in
salita, e costeggiamo la futura superstrada. Passiamo da Cesi,
Volperino e scendiamo. Discesa tecnica (ripresa dalla telecamera di
Giambo) e piena di buche e ci ricongiungiamo alla statale per
Foligno. Divoriamo 20 km e in poco tempo siamo in piazza, ma non
prima di aver attraversato lo svincolo della superstrada! Simo si
accorge di avere un raggio rotto che dovrà riparare a fine giornata.
Ci rimettiamo in marcia e, dopo pochi km di pianura, inizia l'ascesa
per Montefalco. Ci sentiamo un po' come i pellegrini all'ultimo Km
sotto Gerusalemme a parte qualche imprecazione che vola a causa della
salita che sembra interminabile, anche a causa della stanchezza.
Fortunatamente il sole sta tramontando e la calura è meno
soffocante. Dopo 5,5 Km infiniti, arriviamo alle mura del paese. Ci
fiondiamo sulle suore di S.Chiara della Croce che ci mettono a
disposizione 2 camere extralusso assieme a delle famiglie dell'A.C.
di Bologna che conosciaqmo di vista. Baci, abbracci, doccia e via a
cenare. Non ripeteremo l'errore del giorno precedente tenendoci in
contatto con i cellulari. Scoviamo una tavernaccia dove il tizio fa
carne alla brace da 40 anni in un camino a 5 metri dai tavoli. Menù
turistico a 18€ con bis di primi e grigliata spettacolare, vino e
via andare. Siamo sazi e rantoliamo verso la gelateria e passeggiamo
per Montefalco...davvero un posto bellissimo! Mentre torniamo verso
casa ci accorgiamo che una vicina festa di matrimonio ha mietuto
vittime, in particolare un invitato letteralmente steso per terra,
palesemente ubriaco, con tanto di bottiglia mezza vuota a fianco.
Simo va a riparare la bici e gli altri vanno verso la branda. Ma la
musica per Giambo è insostenibile. Il giustiziere si presenta in
pigiama alla festa, facendo capire che la musica è troppo alta per i
suoi gusti...e riesce a farla abbassare!
Montefalco-Orvieto
Ore 8 Messa dalle Clarisse e il prete
ha meno voglia di noi. Colazione offerta dalle famiglie e verso le 10
siamo in sella verso Bastardo (Si è il nome del paese!). Dopo
Bastardo salita sotto al sole e drittone finale perchè così non ci
facciamo mancare nulla. Il Marchese inizia ad avere visioni mistiche
ma non sa cosa lo aspetta. Infatti, dopo la discesa, siamo sotto a
Todi...bisogna fare una scelta: strada lunga che sale dolcemente o
strada corta che strappa? Il gruppo, a maggioranza non assoluta,
sceglie la seconda opzione. Sono 1,5 Km al 18% e più di salita. Il
Marchese si dopa con lo Sport Competition e arriva in cima senza
battere ciglio. Giambo e Michi salgono a zig-zag con le macchine che
inchiodano, ma non suonano per pietà. Raffa sale dritto ma impenna,
curva bruscamente e rischia di tornare indietro. A quel punto scende
e spinge. Veniamo derisi per aver scelto la strada più difficile e
lontana dalla piazza. Trasciniamo le bici a mano in mezzo al paese
per altri 500 mt e giungiamo in piazza. Spesa e svacco. 25 minuti per
cuocere gli strangozzi presi nonostante la contrarietà di
Giambo...in effetti eccedono in grandezza e fatichiamo a cuocerli.
Collassiamo sulle 4 panchine per un'ora prima di ripartire. Fa
caldissimo e l'opzione di passare dalla montagna su strada secondaria
in saliscendi viene cassata. 30 kmdi lungolango su statale non troppo
trafficata, ma lago brutto e puzzolente. Incontriamo un cicloturista
Vicentino che a tappe da 120 Km sta raggiungendo Roma in solitaria.
Tattoo, Ipod, pizzetto biondo, no casco e guantini (scelta opinable,
soprattutto la prima). Parte prima di noi ma lo raggiungiamo senza
pedalare dopo un paio di Km. Al bivio per Orvieto ci salutiamo. Dopo
Orvieto Scalo comincia l'ultima fatica: arrivo in salita sotto le
mura (non visitate per la delusione di Michi). Il Marchese urla per
il dolore, ma resiste e porta a casa anche questa ascesa. Entriamo in
centro e rimaniamo incantati davanti al Duomo. Qui scatta
l'operazione notte e ci vengono indicati 2 posti:
- Padri Mercedari, ma il rettore non c'è e ci viene chiesto il Bancomat...scappiamo!
- Suore Domenicane: qui Simo viene accolto come un nipote da Suor Maria Stella che ci sistema in camera con vista mozzafiato
Doccia volante perchè il coprifuoco
scatta alle 22:40. Cena al Ristorante Pergola, veramente ottima ma un
po' cara! Slowfood → il primo non arrivava mai! Gelato e poi
branda!
Orvieto-Pitigliano
Il giorno della pioggia!
Sveglia e Messa con le suore. Suor
Stella ci invita a salutare il prete che ci stringe la mano...la sua
non è una mano ma una pressa idraulica! Ancora sofferenti facciamo
due chiacchiere e siamo invitati a colazione. Suor Stella ci coccola
come 4 nipotini e passiamo al momento regalino. Giambo pesca a
sorpresa la calamita e verrà invidiato da tutti. Rosario per Michi e
Raffa. Regalo mirato per il “capogruppo”: cuore diviso a metà da
regalare alla moglie Federica. Ma mentre stiamo per ripartire ecco il
colpo di scena! Calamite per tutti...il prezzo di quella di Giambo
crolla in modo inesorabile! Suor Stella rifiuta l'offerta e si
conferma nonna inside dicendo “teneteli che ci comprate un
gelatino!” Ci saluta con baci, abbracci e segno di Croce in fronte
per ognuno. Visita al Duomo per vedere il corporale macchiato di
sangue su consiglio di Suor Stella. Ingresso turistico 3€. Ma noi
da veri pellegrini andiamo all'ingresso riservato per il culto
(gratis). Ammiriamo la cappella affrescata e finalmente
ripartiamo...ma inizia a piovere. Giambo e Raffa (con bronchite al
seguito) entrano in configurazione pioggia. Dopo lo scroscio iniziale
salutiamo Orvieto e partiamo sul serio. Discesa e salita panoramica
verso Porano, da cui possiamo ammirare Orvieto da ogni prospettiva.
Puntiamo su Civita di Bagnoregio su consiglio di Paolino, amico di
Raffa e Simo. La strada è etrrna e i saliscendi non si contano. Dopo
un tempo indefinito arriviamo a Bagnoregio e, visto l'orario (le 13),
il Marchese viene colto da un'improvvisa voglia di bombolone e
inchioda davanti al forno. Usciamo con aragosta infinita, pulsante di
crema chantilly, una delle migliori mai sentite. Ormai lo stomanco è
aperto e ci concediamo un bis ma, proprio in quel momento, comincia a
diluviare. SCENA EPICA...mentre Giambo sta sistemando la bici, la
fornaia esce per tirare giù il tendone davanti al negozio. In
quell'istante l'acqua, accumulatasi nelle pieghe, precipita sulla
schiena del povero Giambo...lavato dalla testa ai piedi!!! Raffa vede
tutto e viene colto da risata isterica. La fornaia è dispiaciuta, ma
non riesce a trattenersi e scoppia a ridere. Giambo rimane impietrito
e avrà calzini e scarpe bagnate per l'intera giornata. Ci rifugiamo
al bar del cinema (chiuso), ma con saletta adiacente aperta e
coperta. A questo punto compriamo tutto il pranzo al forno. Viene
adottata la linea Raffa: nella giornata di oggi, piovosa, bisogna
pedalare a intervalli, quando smette di piovere o diminuisce
l'intensità. Ripartiamo ma dopo 200 mt diluvia di nuovo e ci
rintaniamo in un sottoscala, dove passeremo più di un'ora. Finita
l'acqua ariviamo a Civita e restiamo a bocca aperta (grazie
Paolino!). Michi esclama “Bella bagno dei Savoia!”...un po' di
confusione per lui! Attraversiamo il ponte pedonale, unica via per
raggiungere il borgo, e girando per i vicoli cerchiamo inutilmente la
casa di Baglioni. E' un piccolo gioiellino medievale (non la casa di
Baglioni...) in cima a un cucuzzolo e circondato solo da burroni,
brulicane di turisti Giapponesi; in particolare uno di loro,
evidentemente indemoniato, corre sul ponte avanti e indietro in
estasi fotografica. Risaliamo a Bagnoregio e via verso Bolsena.
Ancora saliscendi molto molesti e poi fantastica discesa sul lago.
Qui, nonostante Raffa stia per morire di Tubercolosi, ancora ferito
dal mancato bagno di 6 anni prima, si butta in acqua con Simo e
Michi. Giambo si mette il costume, ma non si immergerà oltre le
ginocchia...bah! E' tardi e per Pitigliano mancano ancora 30 km.
Pedaliamo a gruppo compatto sul lungolago, cercando di capire se il
cielo plumbeo ha in mente altre sorprese per noi...per fortuna non ne
avrà! Saliamo verso Gradoli con pendenze abbastanza dure. Dopo 9 km
di salita ci ricompattiamo e planiamo su Pitigliano. Siamo in Toscana
e , anche se a pochi Km dal confine col Lazio, il paesaggio è molto
più curato. Davanti al Duomo di Pitigliano Michi, ancora in palese
confusione geografica, chiede a Raffa se il paese si chiama
Piccadilly. Dopo averlo deriso ci facciamo le foto davanti al paese,
che sorge su una parete di tufo, veramente spettacolare. Michi
contempla le mura che da giorni cercava...Andiamo verso il seminario
dopo aver telefonato a Don Luca. Doccia fredda e cena. Il locale
consigliato dal Don purtroppo e chiuso e ne scegliamo un altro
scavato nel tufo. Primi e contorni per tutti e ci disponiamo per la
notte. Giambo (niente sedie per lui avevano tutte i braccioli) e
Raffa su cuscinetti, Michi sui cuscini del divano. Il Marchese prende
possesso del divano, ma su di lui cade la maledizione di Giambo “Non
si dorme bene, il divano è corto e non si riescono a stendere le
gambe”. Il Marchese si sveglierà 500 volte e verso l'alba si
butterà a terra con i cuscini per mezz'ora di sonno.
Pitigliano-Porto S.Stefano(Argentario)
Sveglia alle 7:20 per evitare
l'invasione del Grest e alle 8 stiamo facendo colazione nel bar più
scrauso di Pitigliano. Michi scopre di aver rotto un raggio ma a
Pitigliano non si può sistemare e terrà la ruota traballante.
Seconda colazione mentre esce un po' di sole e Raffa, inguaribile
ottimista, monta le lenti scure a discapito di quelle trasparenti
usate il giorno prima. Alla prima rampa per Manciano comincia a
piovere e ci fermiamo per coprire le sacche. Raffa e Michi ripartono
senza motivo sotto al diluvio e il Marchese si rifugia sotto un
albero. Dopo 200 mt Raffa e Michi incontrano Giambo, fermo sotto un
altro albero. Piove veramente troppo e i 3 aprono il telo cerato di
Raffa e riparano bici e corpi in un unico agglomerato blu. Quando lo
scroscio si placa vengono raggiunti da Simo, che vede questo strano
essere animato e ridacchiante a bordo strada, e si unisce a loro,
appena in tempo prima che ricominci a diluviare. Finito il diluvio
ripartiamo in salita verso Manciano. Il Marchese sperimenta la
telefonata itinerante in salita, accumulando ritardo su ritardo. Dopo
Manciano si scende verso Albinia, fermata cagotto al torrente, nel
bel mezzo della Maremma, e poi si sfreccia verso il mare. Spesa al
fornaio+coop per il pranzo più caro del viaggio. Appena ripartiamo
per il mare ricomincia a pioere in modo copioso e siamo costretti a
ripararci nel sottopassaggio ciclabile a ridosso del depuratore...qui
scatta l'antipasto a base di super-pizze condite in abbondanza.
Smette di piovere e possiamo cercare una spiaggia dopo aver trovato
una fontana. Acqua, bagno in mare e relax, ma c'è molto vento e
andiamo alla ricerca di una pineta su spinta di Michi. Egli infatti,
cresciuto per anni a Pinarella, sente il richiamo della foresta
“pinetosa”. Ci accontentiamo di un tronco sulla spiaggia e di
pranzare alle 6 di sera. A causa della burrasca è stata rimandata la
partenza della Costa Concordia. Decidiamo quindi di dirigerci verso
Porto S.Stefano per prendere il primo traghetto il giorno successivo,
verso l'isola del Giglio. Visti gli orari inseguiamo Don Sandro,
impegnato in un consiglio pastorale, ma che appena sente di 4
pellegrini si precipita a darci una mano. “Sono un pellegrino
anch'io” ci dice e ci offre la saletta di Pozzarello, a 3 km dal
Porto, nei locali attigui alla nuovissima chiesa della SS. Trinità.
Giambo rivendica con orgoglio la cena in spending review (6€ in
totale), da cui ci alziamo con la fame. Disposizione notte: Giambo
(non toccatemi le sedie) si dispone su delle scomodissime sedie di
plastica su cui non è concesso muoversi per tutta la notte. Simo
trova solo 3 cartoni e piangerà! Raffa e Michi dormono da signori
sui loro moduli!
Isola del Giglio
Sveglia ore 6:00 e corsa in
biglietteria. C'è fila e percepiamo di stare per immergerci in una
giornata speciale. Vigili del fuoco, carabinieri, giornalisti sono in
viaggio con noi. Dopo 1 ora entriamo in porto e, mentre stiamo
sbranando i cornetti, comincia a muoversi il mostro!Ci appartiamo
sugli scogli per una mezz'oretta, giusto il tempo di vedere la
Concordia girare su se stessa ed essere salutata dalle sirene del
porto e delle altre navi. Ci spostiamo fuori dal clamore, scoprendo
un piccolo angolo di paradiso. La Cala Smeralda ci accoglie con le
sue acque nitide (sembrava di essere in piscina!). Bagno e sole. La
temperatura si fa insostenibile e ci spostiamo alla spiaggia delle
cannelle, dove troviamo un po' di ombra. Riposino e ultimo bagno
prima di fare ritorno al porto. Giambo emana calore e le spalle di
Raffa sfrigolano in attesa delle braciole che non arriveranno).
Addentiamo 2 tranci di pizza e ci imbarchiamo sul traghetto delle 16.
Tornato alla base Simo telefona ai Padri Passionisti , il cui
convento si trova nel mezzo dei boschi dell'Argentario, ultima tappa
degna di un signor giro! La telefonata è solo precauzionale, per
sapere se il convento è abitato e accessibile, ma si rivela
controproducente. Infatti svanisce l'effetto pietà che incutiamo
solitamente al nostro arrivo dopo 70 e passa Km. Il vice-abate dice
che la foresteria è piena e ci nega l'accoglienza in quello che
vediamo essere un mega convento! Chiediamo l'ok a Don Sandro per
rimanere un'altra notte a Pozzarello. Simo e Giambo decidono di
ascendere comunque, scaricati dal peso delle sacche. Michi e
Raffa(ancora mezzo tisico) se la dormono distrutti. Michi dice ai
temerari di salutargli i Padri Pellegrini (???), ancora troppa
confusione per lui! La salita è impegnativa e Giambo vuole misurare
la sua resistenza fisica salendo ai 20 Km/h. Dopo 2 Km è morto, ma
mai quanto il Marchese, che arriva al convento con i canonici 20' di
ritardo. Qui monta la rabbia alla vista dei 500 locali in cui avremmo
potuto stendere 4 sacchi a pelo. Giambo riesce a convincere il
Marchese a proseguire fino in cima. Il clima è fresco, la strada è
sgombra e il panorama si preannuncia da cartolina. Alla croce il
Marchese si ferma e fa da vigile alle coppiette che cercano la croce
panoramica. Giambo ascende in solitaria fino alla vetta da cui si
scorge il Giglio, l'isola di Montecristo e persino la punta
settentrionale della Corsica. Discesa mozzafiato. Cena trionfale a
13€ in tutto. Per rilanciare i consumi Raffa decide di
autofesteggiare il compleanno con 4 giorni di ritardo offrendo il
dolce a tutti. Cipolle, fagioli e prugne, che persino Giambo mangerà,
alimenteranno il concerto notturno in do di culo.
Il rientro
Sveglia e Messa con contemplazione del
mosaico di Rupnik. Per Michi il nome è troppo difficile e lo
ribattezza mosaico di Kubrick. Chiacchierata con Don Sandro che ci
regala il suo magnifico libro “Destinazione Santiago”...che sia
una chiamata?? Si riparte verso Orbetello dove veniamo impezzati dal
sig.Carlo che propone come soluzione ai problemi dell'Italia che le
mamme dei figli morti per droga si imbottiscano di tritolo e si
facciano esplodere nelle chiese...Andiamo in stazione e dopo ben 4
cambi di treni sperimentiamo l'ebbrezza di scendere alla nuova
fermata di Bologna Mazzini!

