giovedì 29 settembre 2011

La tirreno-adriatico

Bologna-Cecina-Volterra
Partecipanti
Michele Toschi: lo scalatore. Parte già vincitore, si è comprato la maglia da solo e la indossa sicuro delle sue possibilità. E' l'unico allenato del gruppo e durante la prima giornata non si vede una sola goccia del suo sudore.
Riccardo Giamboni: L'outsider. Si presenta con una bici utilizzata per portare la posta al fronte nel '15-'18. Annuncia la sua presenza con largo anticipo. Il cambio Shimano 15-18 (e non sono i rapporti) ne fa presagire l'arrivo da km di distanza. Ricerca la sua vena artistica ascoltando musica pop adolescenziale americana della peggior specie ed è l'unico a tradurne i pezzi.
Raffaele Covili: il veterano. Parte poco allenato ma ben preparato sui percorsi. Collante del gruppo, motivatore e organizzatore. Incerto se venire gù in bici o in ammiraglia. Vincitore del premio grettezza.
Filippo Cicognani: Probabile sorpresa del gruppo. Vanta numerose ascese al Monte delle Formiche e si presenta con bici leggerissima...ma la sfiga è dietro Volterra.
Simone Marchesini: la maglia nera. Perde 6 litri di liquidi nei primi 8 km di percorso. Piangerà lacrime e sangue per arrivare a Guardistallo. Incerto se chiamare indietro Tonino per farsi prelevare dal furgone o ricoverarsi volontariamente nel centro massaggi di Volterra, ma riserverà delle sorprese. Obiettivo personale: arrivare in fondo.

Appuntamento alle 7:30 in parrocchia. Ore 7:40 Simo comincia a fare le borse. Verrà vista all'omelia della Messa delle 8. Partenza prevista ore 8:45; partenza effettiva ore 9:45 con gonfiaggio ruote e insulti alla bici di Giambino che non si smonta. Si ringrazia Tonino per il trasporto dei nostri eroi a Cecina nonstante gli ultimi 40 km a velocità imbarazzanti: gli apecar ci facevano i fari da dietro! Nino era intimorito dagli autovelox. Spesa da mamma conad a 9,16 € con 4 etti di prosciutto regalati. Breve conciliabolo per decidere se dire qualcosa alla cassiera. Ipse dixit Simone: “qualche anno fa avrei detto qualcosa. Ma ora che ho scoperto quanto ci guadagnano NO!”
Pranzo sugli scivoli con bambino indemoniato che ci grida “levatevi ecc.”. Noi gli offriamo del prosciutto ma rifiuta. Indichiamo al padre la strada per il primo esorcista. Ci buttiamo in spiaggia dopo aver fatto rifornimento d'acqua in uno stabilimento balneare. “Scusi è potabile?” “Potabile è potabile, poi se il sindaco ce la mette buona non lo so!”
Bagno nel Tirreno nonostante le raccomandazioni di Giambino sulla pericolosità dell'acqua “Attenti a quei mulinelli!”. Toccata generale!
Ore 15:30 montaggio bici, ore 16 partenza. Primi segni di collassi cardiocircolatori a Guardistallo. Discesa mozzafiato fino alla regionale. All'incrocio per Montecatini la domanda sorge spontanea... “tiriamo dritti per Volterra o ascendiamo a Montecatini?” A noi le strade trafficate non piacciono e inizia la faticosa salita. Miki dopo 5 minuti stacca il gruppo e verrà rivisto al GPM con 2 mignotte e un panino alla porchetta in mano. Raffa pippo e giambino arrivano praticamente insieme. Simo sgrana rosari per provare ad arrivare in fondo. Discesa tra i campi di grano e risalita spacca gambe per Volterra. Michi scatta sui pedali e dà 9 minuti a Giambo. Raffa e Pippo arrivano insieme e Simo a poca distanza. Sorge il problema: dove dormiamo (20:48)? Andiamo verso il seminario ma veniamo intercettati dal rettore che ci offre della comoda erba per dormire. Gentilmente rifiutiamo e allora lui ci indica il convento S.Girolamo. Ci accoglie Jamel spiegandoci che bisogna aspettare Don Vincenzo, prete nostalgico comunista e solitario, che ci accoglie in una sontuosa camera con 4 letti che uniremo per la notte. Cena: 8 pizze da asporto per 5 persone. Ceniamo con le pizze più costose della Toscana e barcolliamo verso il letto. Dopo 3 minuti Pippo russa in modo catarroso. Miki fa la vaccata “chiudiamo la finestra che entrano i topi!” Ben presto la camera si trasforma in una stalla. Raffa rimasto senza maglietta lancia il sondaggio “Ma non avete caldo?”. Ore 2:30 si decide per riaprire la finestra e tutti risorgiamo a vita nuova!

8/8/2011
Volterra-Radda in Chianti
ore 8: la giornata comincia con la Messa. D.Vincenzo sceglie l'uomo giusto per le letture: Simo. In stato semicomatoso comincia a leggere ma viene ben presto invitato ad alzare la voce: il calo di zuccheri è dietro l'angolo! Don Bruno legge il Vangelo in questa tenuta: sandalo, pinocchietto alla caviglia, maglietta xxl con la scritta Hawaii e stola. Alla consacrazione Don Vincenzo consacra il pane: tutto ok. Consacra il vino: tutto ok. Riconsacra il vino: dopo un attimo di esitazione opta per la riconsacrazione per stare sul sicuro, male non fa! Simo non si accorge di nulla e non si sa perchè è scalzo in chiesa. Finisce la Messa, salutiamo Don Vincenzo che si è fatto pimpante per aver avuto il record decennale di partecipanti alla Messa. Colazione a Volterra con terrorismo di Giambino verso Simo che osa prendere 2 paste e caffè freddo: il vaso sta per straboccare. Giro turistico per Volterra e via in mezzo ai saliscendi puntando su Colle Val d'Elsa. Stato di forma apprezzabile per Simo, Raffa in crisi, Pippo ad ogni ospedale è indeciso se fermarsi o proseguire: il dolore al ginocchio è lancinante ma eroicamente stringe i denti. A Colle Val d'Elsa Michele chiede se può pisciare nei bagni di un bar. Risposta: “Nun me ne frega 'na sega! Per me tu ti poi piscià addosso!” Permesso accordato. Ripartiamo verso Monteriggioni e il cielo si fa plumbeo. Ipse dixit Giambino: “Pioverà”. E pioggia fu. Dopo una boffiata e un sonnellino ristoratore, non appena prendiamo le bici, comincia a piovere. Giambo pensa a proteggere le sacche con la plastica ma ignora il sacco a pelo...errore fatale! Salita verso Castellina in Chianti. Ottima forma di Michele e Giambo. Simo staccato di poco, Raffa piantato e Pippo con le apparizioni. Acqua, frutta e si riparte per Radda. Strada bellissima, infatti ci mangiamo 10 km in 20 minuti. Arrivati davanti alla chiesa 3 umarells ci suggeriscono di prendere una camera a basso prezzo, cioè a 40-50€ a cranio. Giambo sbianca, Simo è vicino all'arresto cardiocircolatorio. Viste le nostre facce uno dei tre dice: “qua ad agosto è così...c'è da tenersi strette 'e mutande!”. Dopo questa perla Simo e Michele chiedono asilo al prete indiano, ribattezzato Ghandi. Vengono mandati dalle signore che dicono “gliela si dà sta camera!”. Finiamo a dormire su comodissimi tappeti persiani e ancora più comodi tavoli. Dopo una doccia a temperatura glaciale optiamo per una cena morigerata: antipasto a base di bruschette, primo, secondo, dolce, 1,5 litri di Chianti della casa. Il cameriere non ci dà l'impressione di essere autoctono e il sandalo con calzino ce ne dà quasi la conferma. Appena parla si tradisce subito e a maggioranza decidiamo che è olandese. La cena è comunque di buon livello a parte il cinghiale salatissimo di Simo e i pici al sugo alla sorrentina. Alla richiesta di 2 litri di vino l'olandese teme di avere a che fare con 5 burloni. Dopo averlo visto in crisi scegliamo di partire con 1 litro che andrà giù come acqua. Giro digestivo per il paese e letto!.Appena steso Simo esclama “ma quanto è duro il pavimento?”. Ha dormito male pure lui! Il nostro sonno è stato interrotto più volte da dolori lancinanti a schiena, spalle e anche. E fu sera e fu mattino.



9/8/2011
Radda in Chianti-Arezzo

I 5 eroi si svegliano con i rintocchi della campana. Michi dice che sono le 8. Raffa “Ma no il mio orologio fa le 7 meno un quarto!”. Michi e Simo dopo averlo deriso chiedono a gran voce di potersi alzare con la sveglia del suo cellulare. La sveglia suona e anche la loro giornata può cominciare. Simo al momento di salutare Suor Angela viene invitato a colazione nella casa delle suore. Veniamo serviti, riveriti e coccolati. Nonostante sia tutto gratis Giambo non assume liquidi. Preghiere saluti e siamo pronti a ripartire convinti che ci aspetti una giornata di assoluto relax in discesa. Partiamo con 5 km di salita! I ritrovati Pippo e Raffa si attaccano alle ruote di Michi, Giambo perde terreno e Simo arriva maledicendo la ricca colazione. Ci aspetta però una bellissima discesa di almeno 10 km verso Montevarchi. Pit stop, giornali, acquisto cibo per il pranzo e si riparte, purtroppo, in mezzo al traffico. Per conquistarci il pranzo decidiamo di proseguire su delle piacevolissime strade secondarie. A Tasso chiediamo ad una signora quanto manca a Vitereta (6km). Ci pensa un po' su e risponde “Non so!”. Per arrivare a Vitereta il cartello è perentorio: 16% di pendenza, ma lo strappo è breve. Entriamo in un paese dimenticato da Dio e ci sistemiamo su sedie e tavolino da the inglesi messi lì nel primo dopoguerra. Pranzo da lord e pennica. Simo legge 3 giornali e si mette a dormire ma Giambo, il giustiziere della notte, dopo un'ora di sosta comincia a innervosirsi e sollecita il risveglio del marchese. All'inizio Simo fa finta di nulla, ma la scartavetrata di balle è insopportabile e bisogna ripartire. Pomeriggio in discesa su Arezzo a ritmi imbarazzanti. Il gruppo viaggia a velocità da scampagnata e ben presto si ritrova sotto le mura di Arezzo. Ipse dixit Simone “ragazzi ad Arezzo non c'è niente da vedere!”. Entrata trionfale nel bellissimo centro storico e scatta la ricerca di un posto per la notte. Dirigendoci verso il convento dei frati cappuccini incrociamo la Caritas che ci dà l'indirizzo del centro di accoglienza per migranti. Giambo è entusiasta, gli altri un po' meno. Si opta per proseguire verso il convento dove 1 frate in borghese dice di essere da solo (in un posto immenso!) e ci manda dai frati minori. Arriviamo durante la Messa e decidiamo di attendere fuori. Michele e Pippo vengono mandati in missione alla ricerca di birra ghiacciata. Il frate superciccio ci dice che sta ospitando 40 persone che stanno dormendo nel corridoio. Mestamente ripartiamo verso la parrocchia di San Marco dove sul piazzale troviamo Don Silvano. Ci accoglie subito e ci sistemiamo nei locali scout occupati dalle zanzare. Ben presto capiamo che sarà un'altra notte di passione. Mentre Raffa cerca disperatamente qualcosa di morbido Simo trova un piumone che si rivelerà salvifico. Assetto notturno dei nostri eroi: Simo, Pippo e Michi zona piumone, Raffa zona polistirolo/cartone, Giambo zona sedie con disposizione in doppia fila con altre sedie ad altezza braccia per sostenerle durante la notte. Doccia calda e via verso l'osteria Agania. Arriviamo nonostante le deviazione continue per vedere piazze, chiese, troioni. Entriamo nell'osteria e attacchiamo il menù. Simo stupisce i compagni ordinando la panzanella (insalata con pane) mentre gli altri si avventano sulle pappardelle al cinghiale. Simo, resosi conto dell'errore, e terminata la panzanella in 4,5 secondi, dopo aver spazzato il piatto, ordina senza esitare un piatto di gnocchi prendendo in contropiede anche il cassiere Giambo che non ha il tempo di opporsi. Acqua e vino scorrono a garganella e, ben presto, finiscono. Il tavolo a fianco sta per essere sgomberato ma nel mezzo campeggia una minerale mezza piena e una bottiglia di Chianti. Chi se non Giambino poteva effettuare lo scambio di bottiglie? A velocità da bradipo scambia le bottiglie e viene sgamato dalla cameriera che si mette a ridere: missione compiuta! Decidiamo di astenerci dallo scambio vino e ordiniamo una boccia di Syrah (buonissimo). Sull'etichetta non troviamo la solita descrizione qualitativa sulle caratteristiche del vino ma una significativa metafora di vita “come disse la supposta al missile, beato te che vai in cielo!” Dopo aver consumato un dolce da ½ kg ci alziamo e, per favorire la digestione, facciamo una passeggiata di 45 minuti per Duomo, centro storico, periferia e zona industriale. A nanna! Sontuosa dormita per il trio della zona piumone. Giambo in silenzio stampa sembra una mummia. Raffa, colto da dolori tipo parto, alle 6 si alza correndo in direzione turca per colpa di una squacquera devastante. All'inizio le zanzare insidiano il suo culo ma si trovano ben presto sommerse. Finito tutto non vola più neanche una mosca.

10/8/2011
Arezzo-La Verna

La giornata comincia con la Messa alle 8 e 30. Simo recupera i 3 sfigati Raffa, Pippo e Giambo seduti da soli nella chiesa buia che aspettavano l'inizio della Messa. Ma la Messa era nella cappella feriale, già iniziata. Michi, in bagno, li raggiungerà solo per il Vangelo. Colazione a casa di Don Silvano. Entra il cappellano, ribattezzato poi da Raffa Don Merda, che vestito da uccellaccio del malaugurio, senza neanche presentarsi, lancia le sue gufate “nun c'arrivate a Chitignano per pranzo!” Alla faccia di Don Merda, dopo 500 mt di strada a 4 corsie, in un'ora e ad una media stellare ai 26 Km/h arriviamo a Rassina. Da lì parte la salita e arriviamo a Chitignano. Lì Giambo dice “a Fontanelle c'è la fontana, pranziamo lì!”. E un vecchio del bar , probabilmente ubriaco, ricorda che nel 1916 la fontana c'era. Inesorabilmente ci sfila di fianco lo stabilimento dell'acqua minerale Verna e tutte le fontane sono chiuse. Si bestemmia ma non a Dio bensì a Giambo. Colpo di provvidenza: Simo e Michi, rispettivamente in coda e in testa, fermano una macchina chiedendo informazioni sulle fontane. La Yaris del giovane rampollo Simone V. bruciando la frizione ci invita a villa La Macchia, 5 curve dopo Fontanelle. La famiglia ci apre la casa e il giovane ci invita a sederci in giardino, dove ci sono panche e tavoli tra gli alberi.
N.B. Da qui il diario potrebbe durare 1000 pagine ma ci limiteremo a raccontare l'essenziale della nostra visita.
Una volta seduti ci raggiunge il papà di Simone (il nostro salvatore), Luigi, ex partigiano, che esordisce raccontandoci aneddoti del fronte. Nell'ordine ci vengono portati: Chardonnay francese, Coca cola, acqua fresca,schweppes, banane zuccherate e la promessa di un caffè. Siamo commossi ma ancora ignari di quello che ci aspetta. Dopo il pranzo e la pennica di rito giunge il momento caffè. Si siede con noi tutta la famiglia e il capofamiglia chiede notizie della grappa veneta che prontamente il figlio serve in tavola. L'avvocato evidentemente insoddisfatto della sua porzione esclama verso il figlio “Simone nun fa il coglione, versa versa!”. Seguono racconti sui mille posti visti dall'avvocato nei suoi innumerevoli viaggi. Una volta visto il nostro Simone con la fede al dito e dopo aver chiestod di sua moglie gli strizza l'occhio e gli dice “Luglio e Agosto moglie mia non ti conosco!” e sua moglie che puntualmente ogni 29 luglio suo marito scompariva per un mese in qualche parte del mondo. Poi “caccia” in jugoslavia, Cina, India, Africa, birrerie di Monaco, la moglie che rimane senza benzina (con lui che passa e le dice sono cazzi tuoi), massaggi bolognesi, abbandono del figlio nel bosco davanti al serpente, il premio che gli dovevano consegnare la sera prima ma si era già stancato e se n'è andato prima, i quadri del pittore ebreo sono una parte ei racconti del pomeriggio. Ci viene raccontato anche che il proprietario dell'osteria della sera prima si siede davanti all'osteria concorrente dicendo che lì il cibo fa schifo e di andare da lui. Il tutto viene condito da occhiolini, ghigni e doppi sensi da un uomo che ha saputo assaporare la vita. Foto di rito, scambio di contatti e, a malincuore, si riparte. Ultimi km di salita e si arriva a La Verna. Simo si presenta alla reception così “Salve noi siamo dei pellegrini in povertà”; la risposta è cruda e veritiera “Povertà nel senso che non volete pagare?”. Simo in difficoltà risponde “No, beh qualcosina si può dare.” Finalmente un letto, una doccia calda da 10 e lode e ci rilassiamo in attesa della cena. Ceniamo in compagnia di una coppia deliziosa. Si scatenano le peggiori fantasie erotiche sul viso alla francese della ragazza, soprattutto di Giambino. Per porre rimedio ai nostri pensieri impuri decidiamo di andare alla compieta delle 21:00...scelta nefasta! Ci aspetta una veglia di 1 ora e mezza sulla vita di S.Chiara. Simo e Pippo reclinano il capo dopo un'eroica resistenza di 20 minuti con dietro un gruppo di suore. I minuti non passano mai. Solo per le 22 e 30 riusciamo ad arrivare al letto e dormiamo in una sala comune come dei re.

11/8/2011
La Verna-Carpegna

Si parte tutti molto coperti per il freddo e in vista della discesa che ci aspetta. Ma dopo 3 km la strada sale verso il valico dello Spino. Il marchese impreca. Tutti si svestono per il caldo tranne lo stoico Giambino che viene avvistato col suo K-way blu acetato a rinforzo della maglietta di lana anni '30. Al GPM è un bagno di sudore. Da lì discesa di 20 km su Pieve S.Stefano, bellissima spesa, giornale e si attacca il passo di Viamaggio dalla variante asfaltata. 1050 mt per 12 km di pura agonia fatti di tornanti e drittoni infiniti. Simo saluta subito tutti e verrà ritrovato dai cani del soccorso alpino. In cima transitano nell'ordine Michi, Giambo, Pippo, Raffa e al tramonto Simo. Pranzo al passo sui tavoli da picnic, vasca di mascarpone (con rabbia del cassiere Giambo). Lettura gazzetta per Raffa e Pippo e a seguire pennica clamorosa con agopuntura di pino. Scrittura del diario: con le lacrime agli occhi si ricordano gli eventi del giorno prima. Ma il Giambo ha un dubbio “Non si può pubblicare la vita della famiglia per la privacy, almeno non il nome!” L'entusiasmo crolla, wall street segna -5% e dopo un minuto di silenzio da cui nessuno sembra sapersi riprendere Michi esclama “Come smorza l'entusiasmo Giambino...neanche la morte di un parente!!!” Si riparte alla volta di Badia Tedalda e in breve la raggiungiamo. Si passa 20 volte tra Toscana, Emilia Romagna e Marche. Iniziamo l'ascesa verso Pennabilli, dove teoricamente era previsto l'arrivo di tappa. Pausa fontana, si scarta con sommo dispiacere il museo di matematica e si sposta l'obiettivo a Carpegna, 4 km oltre il passo Cantoniera. L'ascesa è eroica. Lo scenario si fa alpino e si sale verso il cielo fino a 1070 mt. Michi, arrivato con 20 minuti di vantaggio, si incarica di cercare un posto per la notte, Giambo fa il buffone, Raffa e Simo arrivano stremati, Pippo dispersoverrà ritrovato poche ore dopo a inseguire il suo ginocchio giù per la discesa. Padre Pompei ci accoglie fidandosi ciecamente. La residenza è apprezzabile, letti per tutti e acqua gelida. Cena al ristorante da Silvana: voto 10+. Sbraniamo una marinara in 4 come antipasto e ci lanciamo sui primi. Giambo sceglie una 4 stagioni e spiedini con salsiccia. Gli altri ordinano pasta, grigliata, dolci e vino. Per digerire guardiamo la serata di festa, in piazza domina il liscio! Devastati come al solito facciamo rientro ai nostri giacigli.. Sonno tormentato da 2 stronzi che parlavano ad un tono di voce da stadio sotto alla nostra finestra.

12/8/2011
Carpegna-Monte Carpegna-Rimini

Colazione abbondante e terrorismo sull'ascesa al Carpegna da parte di Don Pompei che, per non essere da meno, fa le veci di Don Merda (la Chiesa crede nei giovani!). Lasciate le sacche in parrocchia cominciamo con un 20% di salita, strappo Fuente. Le bici non vanno su!!! Michi non usa mai il rapporto più leggero, Simo ringrazia che ci sia. Durante l'ascesa più visioni mistiche colpiscono i nostri eroi: Pantani che ci offre una piadina e varie santità che ci preannunciano un posto in paradiso. Ma noi siamo preparati al peggio e ce l'eravamo cercata. In cima arrivano nell'ordine: Michi, Giambino (che ha fatto la salita correndo con la bici a piedi e scattando sui pedali), Raffa, Pippo e Simone circondato dalle bestie. Discesa molto tecnica, recupero borse, spesa abbondante e ripartenza verso la facile meta in discesa “Tanto da qui a Rimini è tutta discesa!”. Pranzo a Mercatino Conca con formaggio e affettati straordinari di Carpegna. Simo si spoglia per la gioia delle vecchie alla finestra. Pennica sul formicaio, coppa di sorbetto al caffè mentre Simo dormiva. Si cerca di studiare la strada per arrivare nella parrocchia di Don Benzi e si capisce che non sarà semplice. Si riparte speranzosi che le pendenze siano negative. Quello che doveva essere un semplice strappo per Montescudo si rivela un altro GPM. Quale migliore occasione per il marchese di riscattare un giro sottotono. Simo si porta subito in testa, scruta gli avversari e impone un forcing sorprendente. Tutti gli stanno a ruota increduli...ma giunto al 2° tornante, mentre il gruppo sceglie la traiettoria esterna, il marchese gioca l'asso nella manica: prendere il tornante all'interno per ritrovarsi in testa da vincitore. E' la morte! I quadricipiti urlano e l'acido lattico spadroneggia incontrastato. Resosi conto della vaccata e vista la salita interminabile, alza lo sguardo verso i compagni, li amò, e sospirando disse loro “In verità vi dico...ci vediamo su!”. Giunti a Montescudo, e vedendo il mare ai nostri piedi, abbiamo un'unica certezza “E' tutta discesa!” Discesa fino al bivio per imboccare la deviazione ed evitare la superstrada con una comoda via alternativa. Giambo dice: “E' la prima a destra!”
Scorgiamo una macchina salire a 45°. Al primo scollinamento il marchese si autoproclama vincitore ma non è finita: lungo la salita, ancora memori dell'arrivo all'eremo di Camaldoli (vedi Bari-Napoli 2010), timorosi dell'ennesimo arrivo in salita nella città di mare, Simo non riesce a trattenere la rabbia e con l'ultima sua forza grida a squarciagola “GIAMBINOOOOOOO!!!!!!!MI STO INCAZZANDO SUL SERIO!!!”. Ci fermiamo ad una rotonda e la nostra guida viene sfiduciata a favore dell'Iphone. Verremo puniti per questo. La strada per raggiungere la parrocchia di Don Oreste viene sbagliata e siamo costretti a ripetere all'indietro un rettilineo infinito di 2,,5 km per prendere il bivio, che Giambino, dentro di sé, sapeva essere quello giusto. Arriviamo con la forza della disperazione e siamo accolti nell'appartamento della parrocchia con una raccomandazione “Mi raccomando non spostate niente”. Evidentemente ci attende un appartamento a 5 stelle, ma entrati troviamo uno scenario da guerre puniche. Sedie sui letti (che rimetteremo a posto), materassi ammuffiti, secchi di giocatooli, cianfrusaglie e l'immancabile doccia fredda. Rifiutiamo un piatto di pasta della signora Paola e ci lanciamo alla ricerca di un locale alla nostra portata. Affamati come lupi (l'occhio di Pippo fa temere il cannibalismo) ci aggiriamo per 20 km fra spiaggia e centro finchè ci imbattiamo nei 4 moschettieri. Il locale è carino, il cibo ottimo, il vino a garganella (2,5 lt) e il conto salato! 170€. Giambino sviene, gli altri meditano vendetta. Alla domanda della cameriera “Manca qualcosa?” la risposta di Pippo è la seguente “si manca qualcosa...un amaro offerto dalla casa!” Una bottiglia intera di limoncello ghiacciato viene seccata in meno di 1 minuto ed è la mazzata finale. A zig-zag raggiungiamo la spiaggia cantando a squarciagola. Simo dopo 3' crolla in un sonno profondo in posizione salma. Michi disturba una coppia che ciula sulla torretta del bagnino. Gli altri chiacchierano e all'ora di rientrare, svegliato Simo con la celebre musichetta del cellulare di Raffa, si ritorna ai 25 orari verso casa. Ma fermi ad un semaforo rosso, Michi osa varcare di mezza ruota la linea di arresto e viene subito minacciato da una pattuglia di carabinieri che con l'altoparlante lo mette in guardia: “hai il rosso! Vai indietro! Vuoi che lo diaciamo ai tuoi genitori?” MAH
A nanna

13/8/2011
Rimini e ritorno

Dormita colossale! A seguire mare, sole, paparazzate ai topless e l'immancabile corsa per prendere il treno (la carrozza per le bici era in coda ma il segnale la indicava in testa al treno!). Siamo di nuovo a Bologna. Alè!

martedì 20 settembre 2011

Bari-Matera-Napoli: la ciclovia dei borboni

 
le foto le trovi qui: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.416912883286.190249.664328286&l=56575fa8df&type=1
Bologna Bari il prologo

Partenza ore 23:13 dalla stazione di Bologna...30 minuti di ritardo e le F.S. Non si smentiscono mai! Arriva il treno; noi con grande gentilezza lasciamo passare tutti, ma arriva il capotreno che decide di lasciarci a Bologna. Postilla: coglionaggine nostra che non abbiamo smontato le bici. A nulla valgono le nostre suppliche e il tentativodi Michele di buttarsi sotto il treno. Con le pive nel sacco rimaniamo senza treno. Un passante impietosito ci suggerisce di cambiare prenotazione e prendere il treno successivo. Cambio effettuato! Ci dedichiamo allo smontaggio bici. I minuti passano e la tensione cresce...riusciremo a salire sul treno? Il treno non fa in tempo a fermarsi che una controllora (le donne devono sempre dimostrare qualcosa-sta stronza) ci urla di non entrare sul treno...brivido di terrore! Decidiamo di ignorarla e di lanciarci sul vagone. Quando ci raggiunge è troppo tardi, bici e corpi sono già su! Inizia una commedia dell'arte quando arriva anche il capotreno, visibilmente più tollerante che, di fronte al fatto che le bici erano smontate, che avevamo prenotato una cabina solo per noi 3 e che non avevamo nessuna intenzione di scendere, ha sbugiardato la controllora dandoci l'OK. Ci sistemiamo nella cabina con il sostegno (quasi tifo) per noi dei 2 steward. Siamo infatti in una cabina quasi lussuosa al punto che la mattina ci hanno svegliato con il giornale e con la colazione a letto...spettacolo!
p.s. Il sonno di Raffa è stato breve e interrotto più volte da Simo impaurito dalla possibilità di svegliarsi a Lecce
p.p.s. Perla steward: come fate con il bagno? Non è che ve potete lavà le palle in mezzo ar paese! (sante parole)

Bari-Santeramo in colle
ore 8:00. I nostri eroi sulla pensilina organizzano un'officina meccanica per rimontare le bici. Raffa ha un problema: i pattini del freno a disco si sono chiusi: come fare a riaprirli? Simo pensa ad una vaccata: allentare le brugole. Inizia ad uscire qualche goccia d'olio, il freno non frena, così decidiamo di andare da un vero meccanico.Ne giriamo 3 o 4. Il primo ci manda via con la scusa che non ha l'olio e che apre alle 9 (secondo noi non ha mai visto un freno a disco in vita sua!). Troviamo una coppia di vecchietti (Franco e Paolo, i fratelli aceto) che smadonnando in dialetto per 3 ore consecutive smontano completamente tutto l'impianto frenante.
-Che esce? Aria o olio?
-Aria e olio!
-Pompa pompa!
Il più ciccio a momenti esce pazzo da questa esperienza. La fretta non lo aiuta e getta la spugna pur avendo lottato come un leone. Cerchiamo altrove! I vigili non ci dicono nulla del nostro girare sui marciapiedi ma un vecchietto esclama: “Ma voi da dove venite? Da Venere?” Mamma li turchi!!!
Troviamo un altro meccanico più giovane e calmo che impariamo poi essere il nipote dei 2 di prima. Simo cerca di aiutare e, con pazienza e raziocinio, Gaetano ha la meglio sui freni. 2 ore anche lì per soli 15€. Nel frattempo ci ingozziamo di olio con pizza alle patate, ma si è fatto tardi! Ci dirigiamo in spiaggia e aspettiamo le 15 in tenuta balneare. Finalmente si parte e tocchiamo Bitetto, Sannicandro ed infine Santeramo in Colle. Sono le 19 e siamo morti. Matera la vedremo il giorno dopo. Chiamiamo gli amici di Altamura che ci propongono una seratina a Gravina in Puglia in un pub con il gioco del Milionario. Divoriamo gli stuzzichini con la velocità di un rapace. Rischiamo anche di vincere qualcosa se non fosse per una svista clamorosa: Cosa si vede dal Monte Olimpo? La Grecia o la Greca?
Passiamo al volo dal centro di Altamura e fa freddo! Torniamo con l'amico pugliese a Santeramo e nonostante il nostro sonno catatonico veniamo da lui condotti a perlustrare il percorso del giorno successivo.

9/7/2010
Santeramo in Colle-Palazzo San Gervasio

Sveglia ore 7:00...TRAUMA!!!
Prima colazione in ostello, seconda colazione 8:00 al bar con il pugliese, terza colazione a Matera, una città veramente spettacolare! Ma non possiamo fermarci troppo a lungo. Con il vento contro e laterale ci buttiamo sugli infiniti drittoni alla volta di Gravina. Ultimi 5 km da panico. Perchè tutti i paesi pugliesi sono in cima ad una collina (per giunta espugnabilissima se si pensa a motivazioni di difesa strategica?) Pranzo pennica e si riparte dopo il conciliabolo fra i vecchi del paese che litigano per darci le indicazioni migliori. Ma la nostra mappa è dettagliata e la descrizione altrettanto accurata. Ci aspettano 50 km di nulla! Campi a perdita d'occhio, il lago del Corvo e falsopiani da selvaggio west. Arriviamo sfiancati a Palazzo San Gervasio, naturalmente in cima ad un cucuzzolo. Simo muore e raggiunge il gruppo a piedi. Il povero Don Luca (prete Rwandese) ha un bel da fare nel cercare di convincere la sagrestana Minetta ad ospitarci in un'aula di catechismo. Ce la facciamo, abbiamo un letto per la notte-cartoni su pavimento. Prima però supercena all'agriturismo. Ci accompagna Pasquale e rimaniamo commossi quando il cameriere dopo bruschetta, orecchiette, agnello, patatine e sorbetto ci dice che il pasto è offerto da Pasquale stesso, il proprietario del locale. Dopo 5 minuti il cameriere ritorna e smentisce. Paghiamo 23€ ma siamo soddisfatti dalla cena.

10/7/2010
Palazzo San Gervasio-S.Andrea di Conza

La tappa si preannuncia un po' più breve ma Simo entra rapidamente in crisi. Ad ogni minima salita si stacca e a nulla servono pasticconi, barrette, integratori, doping. Si trascina fino a Rapolla dove (grazie a Dio!) Raffa fora e così riesce a strappare qualche minuto di riposo in più mentre l'eroico michi cerca un meccanico per gonfiare meglio la nuova camera d'aria. Le nostre 3 pompette insieme non ne fanno una!
Ascesa sotto il sole cocente in direzione Barile. Sosta al supermarket, mozzarellona, di bufala e sosta ai lati della statale, nei pressi della fontana. Michi decide di andare in esplorazione alla ricerca della villa comunale (qualche panchina ombraggiata presente in tutti i paesi del sud). Il cell non prende e l'unico mezzo per comunicarci la sua posizione è quello di fermare le macchine a mò di piccione viaggiatore...esperimento riuscito. Simone scende con timore il drittone, con l'incubo di dover risalire. Aggira lo sguardo quando una macchina “piccione” inviata da Michi si ferma ma PEM viene tamponata dalla Honda dietro il cui stemmino cade per terra. La signora, in torto perchè aveva inchiodato in mezzo alla strada, riesce a venderla al tamponatore al punto che questo se ne va con la coda fra le gambe, incerto se definirsi contento per aver evitato i danni o uccellato dalla sua vicina di casa. Si riparte per Atella (7 km in 5 minuti) e si prende un magnifico stradino dissestato su e giù per le colline: finalmente un po' di ombra! Giungiamo così ai piedi di Ruvo del Monte.
N.B. Abbiamo notato che è sconsigliabile ai ciclisti dirigersi verso paesi il cui nome termina con i seguenti suffissi: “in colle”, “in monte”, “in alto” ecc...non si chiamano così per caso!
Si attacca la salita/drittone: Michi scatta come una gazzella su una parete verticale, Raffa arranca e Simo digita il 118 chiamando un'eliambulanza; la bici non andava su neanche spingendola! Piantata la bandierina in cima comincia il tratto più bello: discesa di 12 km prima dell'arrivo in salita a S.Andrea di Conza, i 7 km più lunghi della giornata. Simo cede subito e verrà rivisto quando già si stavano attivando i soccorsi. Raffa vince la tappa staccando anche Michi. Serata nel ristorante del luogo segnalatoci dal sig. Domenico con la frase “i prezzi sono buoni”. In realtà si tratta del ristorante più lussuoso dell'Irpinia. Ma noi all'oscuro di ciò ci presentiamo in ciabatte, braghe bucate e, dettaglio non trascurabile, buccia di banana con rimasugli da mangiare dopo, il tutto in un sacchetto. Il superchef finge di non vedere che la nascondiamo su una sedia vuota. Optiamo per una pizza economica e Simo, bianco come un cencio, prende 4 maccheroni bianchi come lui perchè non era stagione di zuppe ma conditi con 1 kg di cacioricotta stagionato in grotta. Dopocena al bar del corso con gelato in compagnia dell'alta nobiltà del posto che in punta di fioretto commentano la finale per il 3° posto dei mondiali. E' tardi e siamo stanchi. Andiamo a lett...no a tavolo oppurtunamente ammorbidito da pannelli insonorizzanti (i più morbidi scovati da Simo sopra ad un armadio), cartoni e anche da una coppia di zerbini. Michi dorme bene...come avrà fatto? Simo sogna di essere ospite a casa Jovanotti...chissà perchè!

11/7/2010
S.Andrea di Conza-Avellino

Colazione super in pasticceria e discesa verso il lago di Conza. Per conquistare Lioni ci aspetta ovviamente il solito muro. Non c'è tempo da perdere! Rapidamente passiamo l'abbazia di S.Guglielmo e dopo 2 km di salita soleggiata planiamo su Castelfranci. La rosticceria alle 12:30 dice che a quell'ora della mattina è ancora troppo presto per il salato...prima si fanno i dolci. Non ci resta che addentare il peggior pezzo di pizza del fornaio all'angolo e attendere la desolazione e il deserto delle 2 di Domenica pomeriggio. Panzerotti caldi e gelato, pronti per l'ascesa al GPM di Castelvetere sul Calore. Dopo 100 mt. Simone saluta i compagni dicendo “ci vediamo su” e prosegue la sua andatura doppiato persino dall'Orlanda. Michi e Raffa si fermano alla fontana. Raffa col telefono già in mano pronto a chiamare il soccorso alpino riceve invece una telefonata inaspettata; Simone ha già affrontato la discesa e li precede in Galilea. Michi trangugia il gelato e assieme Raffa raggiunge Simo che li accoglie a braccia aperte ai bordi della statale: le pecorelle sono tornate! Ultime pendenze per Chiusano S. Domenico e dopo duper discesa fino ad Avellino. Un ciclista ci offre di accompagnarci a Piazza delle Libertà dove i nostri eroi con Michela di Libera Terra di Avellino. In realtà è una vera e propria sfida; vince lui ma col fiatone e sudato marcio! Subito incrociamo la nostra salvatrice che ci accoglie con un drink di benvenuto. Miche chiede qualcosa di alcolico e Raffa pensando ad uno spritz leggero lo segue a ruota. Scelta fatale! Si ritrova barcollante sulla sedia a cantare l'inno di Forza Italia! Abbandoniamo i ronzini alla bottega equo-solidale e ci dirigiamo a Montemiletto, ridente paesino dove risiede, in una tenuta principesca, la nostra protettrice Michela. Ci aspettano in successione doccia, cena e finale dei Mondiali. Alle 23:30 i ragazzi optano per la branda, il vecchio Simo invece si ritrova a visitare il centro storico del paese fino ad un'ora non precisata. E alla domanda di Raffa “che ora hai fatto?” l'interrogato ha risposto “non ho voluto guardarci!”


12/7/2010
Avellino-Napoli

sveglia ore 9:45 a casa di Michela, ribattezzata mulino delle meraviglie; infatti ci aspetta una colazione stile pubblicità, brioche calde, frutta, marmellata di fichi e fragole (stellare). Qualcosa ci dice di non partire! Fortuna che Michela aveva da fare in centro ad Avellino. Partiamo per le 10 perchè ci aspetta l'ultima salita prima di Napoli. Valico posto a 666 mt. s.l.m., dopo tornanti posti in mezzo ai boschi. Ci aspetta una fontana freschissima prima di planare su Moschiano, Lauro e Nola. L'odore si fa più acre e la temperatura sale proporzionalmente all'umidità. A Nola raggiungiamo un supermercato con temperatura interna di 11 gradi e annesso rischio di broncopolmonite acuta. Facciamo incetta di mozzarella di bufala e vivande. Sfidando l'arsura raggiungiamo la villa precedentemente avvistata, salvo scoprire che...è chiusa! L'unico strapuntino di ombra è una panchina in pietra (rovente!) che fa effetto termosifone: rischiamo di cuocere alla piastra. Restiamo ammutoliti davanti alla pizzeria “il pizzo” spostandoci ogni mezz'ora di panchina in panchina cercando l'ombra. Il tentativo di raffreddarla con l'acqua risulta vano e si crea solo un effetto bagno termale che aumenta l'umidità al 300%. Nola non ci fa sentire accolti, né tantomeno coccolati. Unico elemento di rilievo è la fontanella, fresca come sempre e leggermente effervescente naturale. Per quanto riguarda il sapore particolare non sappiamo dire se si trattasse di acqua oligominerale o oligoinquinata. Durante la pausa, memori dell'esperienza romana, proviamo a telefonare a Don Fabrizio...che non c'è! Il collegio dei Gesuiti non fa ospitalità in estate ma ci indirizza al convento delle suore di Santa Brigida. Chiamiamo tuu-tuu...risponde suor Fabia, straniera che ci dà l'OK per la notte e ci fornisce le coordinate per raggiungere il convento. Zona ospedaliera, eremo di Camaldoli. Lì per lì rimaniamo perplessi: dove si troverà un eremo nel casino di Napoli? La mappa è impietosa 487 metri sul livello del mare. Ci aspetta il super arrivo in salita. Lo Stelvio, il Mont Ventoux...in mezzo a traffico e buche. Un po' smarriti chiediamo info su come attraversare la città. Si parte con una serie di 5/6 tornanti nel pavè fino al parco di Capodimonte...breve discesa e strappo. Le auto ferme al semaforo ci guardano incredule. Si continua a salire senza sosta. A chi chiediamo indicazioni ci risponde che c'è ancora molta salita da fare. Sorpassiamo il Cardarelli e vediamo la prima indicazione “Camaldoli”; ancora 3 o 4 km di salita. L'arrivo è eroico. Vince la tappa come (quasi) sempre Michi. Secondo Raffa ad un paio di minuti e Simo arriva sbranato dai cani randagi. Scopriamo di essere in un convento fichissimo dove le suore giocano a nascondino nel parco e non si fanno trovare. Doccia e cena nel cucuzzolo di Napoli. Cena di pesce! All'uscita il parcheggiatore chiede il suo obolo ma noi (unici!) siamo arrivati a piedi! Ci rimane malissimo!
Branda
13/7/2010
Sveglia ore 8:40
colazione
a letto
risveglia ore 10:00
Siamo immersi nelle nuvole e decidiamo di scendere a valle! Scrocchiamo il bus fino alla stazione e usciamo aggrediti dall'afa!!! Tra una mozzarella e una sfogliatella ci aggiriamo per il centro. Michi, il detentore del marsupio, viene scortato tutta la giornata. Dentro ci sono portafogli, bancomat, cellulare e biglietti del treno. 3 problemi: fame-sete-pipì. L'ultimo viene risolto con un bagno grandioso sotto Castel dell' Ovo. Mitico! Il secondo nel giardino sotto palazzo reale. Il primo con un babà in galleria Umberto I. Nel tempo record di 40' con una perfetta sincronia fra i mezzi di trasporto (funicolare, metro e bus) torniamo all'eremo. Siamo di nuovo in cima. Svacco e tomella sulla storia di delle Brigidine per Simo (dovevamo dimostrare di essere pellegrini per lo sconto) e si riparte! Discesa mozzafiato nella giungla d'asfalto, meglio di Driver! Pizza trangugiata al volo per paura di trovare le bici senza ruote. Giro d'onore nel lungo mare (ora più fresco) e rotta per la stazione. E' presto. Svacco. Verso le 21 smontiamo e impacchettiamo le bici ma il binario del treno ancora non compare. Alla fine saliamo senza problemi sul treno...Anzi NO! L'acqua!
Confidando nel super lusso dell'andata le nostre borracce sono rimaste vuote ed ora le soluzioni che stiamo studiando sono:
  1. bere l'olio del freno POMPA POMPA
  2. Uscire a Roma e andare a prenderla con il rischio di doversi sdraiare sul binario nel caso che il missionario non torni
Vedremo il da farsi!