Bologna Bari il prologo
Partenza ore 23:13 dalla stazione di Bologna...30 minuti di ritardo e le F.S. Non si smentiscono mai! Arriva il treno; noi con grande gentilezza lasciamo passare tutti, ma arriva il capotreno che decide di lasciarci a Bologna. Postilla: coglionaggine nostra che non abbiamo smontato le bici. A nulla valgono le nostre suppliche e il tentativodi Michele di buttarsi sotto il treno. Con le pive nel sacco rimaniamo senza treno. Un passante impietosito ci suggerisce di cambiare prenotazione e prendere il treno successivo. Cambio effettuato! Ci dedichiamo allo smontaggio bici. I minuti passano e la tensione cresce...riusciremo a salire sul treno? Il treno non fa in tempo a fermarsi che una controllora (le donne devono sempre dimostrare qualcosa-sta stronza) ci urla di non entrare sul treno...brivido di terrore! Decidiamo di ignorarla e di lanciarci sul vagone. Quando ci raggiunge è troppo tardi, bici e corpi sono già su! Inizia una commedia dell'arte quando arriva anche il capotreno, visibilmente più tollerante che, di fronte al fatto che le bici erano smontate, che avevamo prenotato una cabina solo per noi 3 e che non avevamo nessuna intenzione di scendere, ha sbugiardato la controllora dandoci l'OK. Ci sistemiamo nella cabina con il sostegno (quasi tifo) per noi dei 2 steward. Siamo infatti in una cabina quasi lussuosa al punto che la mattina ci hanno svegliato con il giornale e con la colazione a letto...spettacolo!
p.s. Il sonno di Raffa è stato breve e interrotto più volte da Simo impaurito dalla possibilità di svegliarsi a Lecce
p.p.s. Perla steward: come fate con il bagno? Non è che ve potete lavà le palle in mezzo ar paese! (sante parole)
Bari-Santeramo in colle
ore 8:00. I nostri eroi sulla pensilina organizzano un'officina meccanica per rimontare le bici. Raffa ha un problema: i pattini del freno a disco si sono chiusi: come fare a riaprirli? Simo pensa ad una vaccata: allentare le brugole. Inizia ad uscire qualche goccia d'olio, il freno non frena, così decidiamo di andare da un vero meccanico.Ne giriamo 3 o 4. Il primo ci manda via con la scusa che non ha l'olio e che apre alle 9 (secondo noi non ha mai visto un freno a disco in vita sua!). Troviamo una coppia di vecchietti (Franco e Paolo, i fratelli aceto) che smadonnando in dialetto per 3 ore consecutive smontano completamente tutto l'impianto frenante.
-Che esce? Aria o olio?
-Aria e olio!
-Pompa pompa!
Il più ciccio a momenti esce pazzo da questa esperienza. La fretta non lo aiuta e getta la spugna pur avendo lottato come un leone. Cerchiamo altrove! I vigili non ci dicono nulla del nostro girare sui marciapiedi ma un vecchietto esclama: “Ma voi da dove venite? Da Venere?” Mamma li turchi!!!
Troviamo un altro meccanico più giovane e calmo che impariamo poi essere il nipote dei 2 di prima. Simo cerca di aiutare e, con pazienza e raziocinio, Gaetano ha la meglio sui freni. 2 ore anche lì per soli 15€. Nel frattempo ci ingozziamo di olio con pizza alle patate, ma si è fatto tardi! Ci dirigiamo in spiaggia e aspettiamo le 15 in tenuta balneare. Finalmente si parte e tocchiamo Bitetto, Sannicandro ed infine Santeramo in Colle. Sono le 19 e siamo morti. Matera la vedremo il giorno dopo. Chiamiamo gli amici di Altamura che ci propongono una seratina a Gravina in Puglia in un pub con il gioco del Milionario. Divoriamo gli stuzzichini con la velocità di un rapace. Rischiamo anche di vincere qualcosa se non fosse per una svista clamorosa: Cosa si vede dal Monte Olimpo? La Grecia o la Greca?
Passiamo al volo dal centro di Altamura e fa freddo! Torniamo con l'amico pugliese a Santeramo e nonostante il nostro sonno catatonico veniamo da lui condotti a perlustrare il percorso del giorno successivo.
9/7/2010
Santeramo in Colle-Palazzo San Gervasio
Sveglia ore 7:00...TRAUMA!!!
Prima colazione in ostello, seconda colazione 8:00 al bar con il pugliese, terza colazione a Matera, una città veramente spettacolare! Ma non possiamo fermarci troppo a lungo. Con il vento contro e laterale ci buttiamo sugli infiniti drittoni alla volta di Gravina. Ultimi 5 km da panico. Perchè tutti i paesi pugliesi sono in cima ad una collina (per giunta espugnabilissima se si pensa a motivazioni di difesa strategica?) Pranzo pennica e si riparte dopo il conciliabolo fra i vecchi del paese che litigano per darci le indicazioni migliori. Ma la nostra mappa è dettagliata e la descrizione altrettanto accurata. Ci aspettano 50 km di nulla! Campi a perdita d'occhio, il lago del Corvo e falsopiani da selvaggio west. Arriviamo sfiancati a Palazzo San Gervasio, naturalmente in cima ad un cucuzzolo. Simo muore e raggiunge il gruppo a piedi. Il povero Don Luca (prete Rwandese) ha un bel da fare nel cercare di convincere la sagrestana Minetta ad ospitarci in un'aula di catechismo. Ce la facciamo, abbiamo un letto per la notte-cartoni su pavimento. Prima però supercena all'agriturismo. Ci accompagna Pasquale e rimaniamo commossi quando il cameriere dopo bruschetta, orecchiette, agnello, patatine e sorbetto ci dice che il pasto è offerto da Pasquale stesso, il proprietario del locale. Dopo 5 minuti il cameriere ritorna e smentisce. Paghiamo 23€ ma siamo soddisfatti dalla cena.
10/7/2010
Palazzo San Gervasio-S.Andrea di Conza
La tappa si preannuncia un po' più breve ma Simo entra rapidamente in crisi. Ad ogni minima salita si stacca e a nulla servono pasticconi, barrette, integratori, doping. Si trascina fino a Rapolla dove (grazie a Dio!) Raffa fora e così riesce a strappare qualche minuto di riposo in più mentre l'eroico michi cerca un meccanico per gonfiare meglio la nuova camera d'aria. Le nostre 3 pompette insieme non ne fanno una!
Ascesa sotto il sole cocente in direzione Barile. Sosta al supermarket, mozzarellona, di bufala e sosta ai lati della statale, nei pressi della fontana. Michi decide di andare in esplorazione alla ricerca della villa comunale (qualche panchina ombraggiata presente in tutti i paesi del sud). Il cell non prende e l'unico mezzo per comunicarci la sua posizione è quello di fermare le macchine a mò di piccione viaggiatore...esperimento riuscito. Simone scende con timore il drittone, con l'incubo di dover risalire. Aggira lo sguardo quando una macchina “piccione” inviata da Michi si ferma ma PEM viene tamponata dalla Honda dietro il cui stemmino cade per terra. La signora, in torto perchè aveva inchiodato in mezzo alla strada, riesce a venderla al tamponatore al punto che questo se ne va con la coda fra le gambe, incerto se definirsi contento per aver evitato i danni o uccellato dalla sua vicina di casa. Si riparte per Atella (7 km in 5 minuti) e si prende un magnifico stradino dissestato su e giù per le colline: finalmente un po' di ombra! Giungiamo così ai piedi di Ruvo del Monte.
N.B. Abbiamo notato che è sconsigliabile ai ciclisti dirigersi verso paesi il cui nome termina con i seguenti suffissi: “in colle”, “in monte”, “in alto” ecc...non si chiamano così per caso!
Si attacca la salita/drittone: Michi scatta come una gazzella su una parete verticale, Raffa arranca e Simo digita il 118 chiamando un'eliambulanza; la bici non andava su neanche spingendola! Piantata la bandierina in cima comincia il tratto più bello: discesa di 12 km prima dell'arrivo in salita a S.Andrea di Conza, i 7 km più lunghi della giornata. Simo cede subito e verrà rivisto quando già si stavano attivando i soccorsi. Raffa vince la tappa staccando anche Michi. Serata nel ristorante del luogo segnalatoci dal sig. Domenico con la frase “i prezzi sono buoni”. In realtà si tratta del ristorante più lussuoso dell'Irpinia. Ma noi all'oscuro di ciò ci presentiamo in ciabatte, braghe bucate e, dettaglio non trascurabile, buccia di banana con rimasugli da mangiare dopo, il tutto in un sacchetto. Il superchef finge di non vedere che la nascondiamo su una sedia vuota. Optiamo per una pizza economica e Simo, bianco come un cencio, prende 4 maccheroni bianchi come lui perchè non era stagione di zuppe ma conditi con 1 kg di cacioricotta stagionato in grotta. Dopocena al bar del corso con gelato in compagnia dell'alta nobiltà del posto che in punta di fioretto commentano la finale per il 3° posto dei mondiali. E' tardi e siamo stanchi. Andiamo a lett...no a tavolo oppurtunamente ammorbidito da pannelli insonorizzanti (i più morbidi scovati da Simo sopra ad un armadio), cartoni e anche da una coppia di zerbini. Michi dorme bene...come avrà fatto? Simo sogna di essere ospite a casa Jovanotti...chissà perchè!
11/7/2010
S.Andrea di Conza-Avellino
Colazione super in pasticceria e discesa verso il lago di Conza. Per conquistare Lioni ci aspetta ovviamente il solito muro. Non c'è tempo da perdere! Rapidamente passiamo l'abbazia di S.Guglielmo e dopo 2 km di salita soleggiata planiamo su Castelfranci. La rosticceria alle 12:30 dice che a quell'ora della mattina è ancora troppo presto per il salato...prima si fanno i dolci. Non ci resta che addentare il peggior pezzo di pizza del fornaio all'angolo e attendere la desolazione e il deserto delle 2 di Domenica pomeriggio. Panzerotti caldi e gelato, pronti per l'ascesa al GPM di Castelvetere sul Calore. Dopo 100 mt. Simone saluta i compagni dicendo “ci vediamo su” e prosegue la sua andatura doppiato persino dall'Orlanda. Michi e Raffa si fermano alla fontana. Raffa col telefono già in mano pronto a chiamare il soccorso alpino riceve invece una telefonata inaspettata; Simone ha già affrontato la discesa e li precede in Galilea. Michi trangugia il gelato e assieme Raffa raggiunge Simo che li accoglie a braccia aperte ai bordi della statale: le pecorelle sono tornate! Ultime pendenze per Chiusano S. Domenico e dopo duper discesa fino ad Avellino. Un ciclista ci offre di accompagnarci a Piazza delle Libertà dove i nostri eroi con Michela di Libera Terra di Avellino. In realtà è una vera e propria sfida; vince lui ma col fiatone e sudato marcio! Subito incrociamo la nostra salvatrice che ci accoglie con un drink di benvenuto. Miche chiede qualcosa di alcolico e Raffa pensando ad uno spritz leggero lo segue a ruota. Scelta fatale! Si ritrova barcollante sulla sedia a cantare l'inno di Forza Italia! Abbandoniamo i ronzini alla bottega equo-solidale e ci dirigiamo a Montemiletto, ridente paesino dove risiede, in una tenuta principesca, la nostra protettrice Michela. Ci aspettano in successione doccia, cena e finale dei Mondiali. Alle 23:30 i ragazzi optano per la branda, il vecchio Simo invece si ritrova a visitare il centro storico del paese fino ad un'ora non precisata. E alla domanda di Raffa “che ora hai fatto?” l'interrogato ha risposto “non ho voluto guardarci!”
12/7/2010
Avellino-Napoli
sveglia ore 9:45 a casa di Michela, ribattezzata mulino delle meraviglie; infatti ci aspetta una colazione stile pubblicità, brioche calde, frutta, marmellata di fichi e fragole (stellare). Qualcosa ci dice di non partire! Fortuna che Michela aveva da fare in centro ad Avellino. Partiamo per le 10 perchè ci aspetta l'ultima salita prima di Napoli. Valico posto a 666 mt. s.l.m., dopo tornanti posti in mezzo ai boschi. Ci aspetta una fontana freschissima prima di planare su Moschiano, Lauro e Nola. L'odore si fa più acre e la temperatura sale proporzionalmente all'umidità. A Nola raggiungiamo un supermercato con temperatura interna di 11 gradi e annesso rischio di broncopolmonite acuta. Facciamo incetta di mozzarella di bufala e vivande. Sfidando l'arsura raggiungiamo la villa precedentemente avvistata, salvo scoprire che...è chiusa! L'unico strapuntino di ombra è una panchina in pietra (rovente!) che fa effetto termosifone: rischiamo di cuocere alla piastra. Restiamo ammutoliti davanti alla pizzeria “il pizzo” spostandoci ogni mezz'ora di panchina in panchina cercando l'ombra. Il tentativo di raffreddarla con l'acqua risulta vano e si crea solo un effetto bagno termale che aumenta l'umidità al 300%. Nola non ci fa sentire accolti, né tantomeno coccolati. Unico elemento di rilievo è la fontanella, fresca come sempre e leggermente effervescente naturale. Per quanto riguarda il sapore particolare non sappiamo dire se si trattasse di acqua oligominerale o oligoinquinata. Durante la pausa, memori dell'esperienza romana, proviamo a telefonare a Don Fabrizio...che non c'è! Il collegio dei Gesuiti non fa ospitalità in estate ma ci indirizza al convento delle suore di Santa Brigida. Chiamiamo tuu-tuu...risponde suor Fabia, straniera che ci dà l'OK per la notte e ci fornisce le coordinate per raggiungere il convento. Zona ospedaliera, eremo di Camaldoli. Lì per lì rimaniamo perplessi: dove si troverà un eremo nel casino di Napoli? La mappa è impietosa 487 metri sul livello del mare. Ci aspetta il super arrivo in salita. Lo Stelvio, il Mont Ventoux...in mezzo a traffico e buche. Un po' smarriti chiediamo info su come attraversare la città. Si parte con una serie di 5/6 tornanti nel pavè fino al parco di Capodimonte...breve discesa e strappo. Le auto ferme al semaforo ci guardano incredule. Si continua a salire senza sosta. A chi chiediamo indicazioni ci risponde che c'è ancora molta salita da fare. Sorpassiamo il Cardarelli e vediamo la prima indicazione “Camaldoli”; ancora 3 o 4 km di salita. L'arrivo è eroico. Vince la tappa come (quasi) sempre Michi. Secondo Raffa ad un paio di minuti e Simo arriva sbranato dai cani randagi. Scopriamo di essere in un convento fichissimo dove le suore giocano a nascondino nel parco e non si fanno trovare. Doccia e cena nel cucuzzolo di Napoli. Cena di pesce! All'uscita il parcheggiatore chiede il suo obolo ma noi (unici!) siamo arrivati a piedi! Ci rimane malissimo!
Branda
13/7/2010
Sveglia ore 8:40
colazione
a letto
risveglia ore 10:00
Siamo immersi nelle nuvole e decidiamo di scendere a valle! Scrocchiamo il bus fino alla stazione e usciamo aggrediti dall'afa!!! Tra una mozzarella e una sfogliatella ci aggiriamo per il centro. Michi, il detentore del marsupio, viene scortato tutta la giornata. Dentro ci sono portafogli, bancomat, cellulare e biglietti del treno. 3 problemi: fame-sete-pipì. L'ultimo viene risolto con un bagno grandioso sotto Castel dell' Ovo. Mitico! Il secondo nel giardino sotto palazzo reale. Il primo con un babà in galleria Umberto I. Nel tempo record di 40' con una perfetta sincronia fra i mezzi di trasporto (funicolare, metro e bus) torniamo all'eremo. Siamo di nuovo in cima. Svacco e tomella sulla storia di delle Brigidine per Simo (dovevamo dimostrare di essere pellegrini per lo sconto) e si riparte! Discesa mozzafiato nella giungla d'asfalto, meglio di Driver! Pizza trangugiata al volo per paura di trovare le bici senza ruote. Giro d'onore nel lungo mare (ora più fresco) e rotta per la stazione. E' presto. Svacco. Verso le 21 smontiamo e impacchettiamo le bici ma il binario del treno ancora non compare. Alla fine saliamo senza problemi sul treno...Anzi NO! L'acqua!
Confidando nel super lusso dell'andata le nostre borracce sono rimaste vuote ed ora le soluzioni che stiamo studiando sono:
- bere l'olio del freno POMPA POMPA
- Uscire a Roma e andare a prenderla con il rischio di doversi sdraiare sul binario nel caso che il missionario non torni
Vedremo il da farsi!
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